28 Ottobre 2015 - 17:10

Vincenzo De Luca ed il “centralismo democratico” in salsa moderata

de luca

Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, non risparmia nessuno dalla Gruber (Otto e mezzo, La7). Al centro delle rimostranze del governatore l’atteggiamento del Presidente dell’antimafia Rosy Bindi e la Legge Severino

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Il Partito democratito è un’organizzazione che nasce dall’unione dei diversi apparati formatisi dopo la destrutturazione di Dc, Pci e Psi.

La sua evoluzione, negli anni, ha permesso di impostare un nuovo metodo, riscontrabile nelle abititudini delle tre sigle citate, che da un lato argina l’azione delle minoranze interne presenti e dall’altro segue una sorta di “centralismo democratico” in cui la maggioranza di partito funge da “asso piglia tutto” (anche nell’ideologia e nella modalità d’azione).

Vincenzo De Luca

In questo contesto specifico, sviluppatosi ancor di più con l’ascesa di Renzi a capo dell’organizzazione, si inserisce l’ennesima bagarre tra il Presidente dell Regione Campania, Vincenzo De Luca, e la Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi.

L’ex sindaco di Salerno , ospite di Lilli Gruber su La7 (“Otto e Mezzo”), non ha risparmiato praticamente nessuno ed è intervenuto anche sulla, ormai, celebre Legge Severino.

Riferendosi all’ex Presidente Pd, infatti, De Luca ha tuonato: “l’ho querelata, per un atto che considero infame, a 24 ore dalle elezioni: ha violato più di una regola, l’unica impresentabile è lei. Alla Bindi contesto la sua stessa esistenza”
Ma l’ex “sindaco sceriffo” non si è limitato a contestare quell’atto e ha preso di mira anche la Legge Severino, che dopo la dichiarata costituzionalità da parte della Consulta potrebbe costargli la sospensione dall’incarico, considerandola un’  “espressione dell’abuso di potere del governo che l’ha fatta” e che il segretario/premier Matteo Renzi “fa bene a non cambiarla” dato che nel “Paese in cui l’unica legge che conta è l’ipocrisia”.
Come accaduto tante altre volte, anche in questo caso il Pd mostra alcune delle sue peculiarità dove, pur promuovendo la diversità di pensiero, si tende a far prevalere l’idea dominante del momento a scapito della stessa “democraticità” dell’organismo.
L’ “affaire” De Luca evidenzia come all’interno dei democrats una linea di continuità con il passato è viva e vegeta ed è individuabile tutta in questo caratteristico “centralismo democratico moderato” che accomuna le vecchie strutture partitiche a quelle attuali.
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