18 Maggio 2018 - 08:00

Deadpool 2: la maturazione dell’anti-eroe per eccellenza

Deadpool

In Deadpool 2, assistiamo ad una metamorfosi dell’anti-eroe Marvel, a dispetto del primo capitolo. Nonostante il cambiamento, il film resta umoristico e movimentato, in piena linea con il primo capitolo

Alzi la mano chi attendeva a gran voce il nuovo capitolo del mutante più anticonformista del mondo. Chiunque sia legato all’Universo Marvel, oltre agli Avengers, aspettava con grande ansia il ritorno del Mercenario Chiacchierone: Deadpool.

Il nuovo capitolo legato all’anti-eroe si rivela, come al solito, irriverente ed esilarante, ma rispetto al primo di sicuro è più sentimentale e meno “pulp”. Questo aspetto garantisce sicuramente più forza allo stesso Deadpool, ma contemporaneamente mira a non scadere nella drammaticità e nello stravolgimento completo dell’opera.

La rottura della quarta parete avviene in maniera costante. Nonostante ciò, la trama e il ritmo narrativo non ne risentono, anzi confermano quanto di buono avevamo visto e apprezzato due anni fa.

Old Deadpool vs. New Deadpool

Avevamo già accennato precedentemente a questo nuovo lato del supereroe, e di quanto esso sia sentimentale e più caldo. Questa scelta è legata al fatto di non far cadere il film in una sorta di vera e propria “macchietta”, rivalorizzando la figura stessa di Deadpool e il suo lato puramente umano.

Si avverte, poi, un generale miglioramento nella sceneggiatura, che si regge su una struttura ben più solida rispetto al primo capitolo. Nonostante ciò, l’impianto del primo film è pressoché rimasto intatto, modellato da un lavoro mirato alla profondità della pellicola.

Naturalmente, la trama resta molto semplicistica, fondata sul classico scontro tra buono e cattivo. Infatti, questa volta Deadpool dovrà fronteggiare Cable, avversario di spessore con un Josh Brolin molto in forma nell’interpretazione.

Non per questo, il film risulta meno piacevole e divertente rispetto al primo. L’ironia “deadpooliana” rimane pressoché inalterata, anche se molto più inquadrata rispetto a quella del primo capitolo.

Sequenza post-credits: caso o marchio di fabbrica?

Chiunque abbia già visualizzato il film, naturalmente si sarà accorto della sequenza finale, materializzata dopo i titoli di coda. (Non ci saranno spoiler, promesso, tranquilli!)

Ebbene, oltre a risaltare la genialità di David Leitch, le immagini riportano alla mente un altro capitolo di storia Marvel recentissimo: Infinity War.

Ormai pressoché tutti gli appassionati cinematografici sono al corrente della famosa sequenza finale post-credits del capolavoro uscito lo scorso 25 Aprile. A neanche un mese di distanza, ecco che la stessa modalità viene riproposta in Deadpool 2.

A questo punto, lecito chiedersi se la scena sia stata girata nella più beata ingenuità, oppure se dietro di ciò si nasconda un nuovo marchio di fabbrica designato dalla Marvel. Una sorta di nuova “carta d’identità” per i film della nota casa statunitense.

Il dubbio naturalmente persiste, ma non c’è dubbio sul fatto che i produttori abbiano fatto nuovamente centro.

Se l’ironia e il gore stancano

In questo ottimo nuovo prodotto Marvel, è difficile individuare un vero e proprio “punto di non ritorno”. Naturalmente, in questi casi, la differenza la fa lo spettatore. Ma forse, tutti quanti saranno concordi su due difetti in particolare: l’umorismo gore e la trama traballante.

Sul primo aspetto, come già anticipato, il vero lavoro lo fa lo spettatore. Lo humor di Deadpool è infatti molto ricercato, non sempre comprensibile, e talvolta si spinge oltre i limiti “formali” dell’educazione.  Naturalmente, il film potrebbe essere riluttato proprio da chiunque si disgusti per la violenza, per l’umorismo spinto e per le oscenità senza filtri.  Quindi ciò crea una sorta di spaccatura, che naturalmente tende ad enfatizzare i detrattori della pellicola.

L’altro punto debole è dato dalla trama. Infatti, in Deadpool 2 la storia risulta tanto più interessante quanto più traballa. Ciò suscita nello spettatore una certa dose d’incredulità ad ogni singola azione compiuta dall’antieroe. Della serie “Ma davvero lo sta facendo? E se stesse scherzando?”. Queste mancanze, però, non sembrano influenzare particolarmente l’andamento del film.

Supereroe promosso a (quasi) pieni voti

Nel complesso, l’esame più difficile (quello della conferma) per Deadpool sembra essere superato. Il film riesce ad assolvere pienamente i suoi compiti, vale a dire quello di raccontare una storia sentimentale e, contemporaneamente, di divertire.

Particolari meriti vanno agli attori. Oltre ad un Ryan Reynolds come al solito a suo agio nei panni dello strampalato supereroe, spicca uno straordinario Josh Brolin, perfettamente in sintonia con i repentini cambi di tono del film.

Oltre ad alcune incognite legate all’umorismo e alla trama, si può fermamente affermare che Deadpool 2 non abbia praticamente nulla da invidiare al suo predecessore. Anzi, nel nuovo capitolo si aggiunge una dose di emotività e di drammaticità perfette per renderle un film quasi completo.

 

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