Deposito su cauzione, il nuovo modo di riciclare i contenitori
I paesi che utilizzano il DPR hanno un ritorno ecologico del 94% sui contenitore monouso. Nel frattempo ancora problemi in Italia
Deposit return system. È questo il nome del nuovo piano ecologico che sta rivoluzionando il riciclaggio in Europa. Conosciuto anche come deposito su cauzione in italiano, o DPR, questo stratagemma sta venendo usato in tantissimi stati del vecchio continente. Sono ben 12 i paesi che attualmente lo stanno utilizzando: i primi sono stati la Svezia nel 1984, l’Islanda nel 1989, la Finlandia nel 1996 e la Norvegia nel 1999. Poi Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Estonia, Croazia e Lituania. Quest’anno li hanno adottati Slovacchia, Lettonia e Malta.
Questo sistema ha permesso agli stati europei di fare un enorme passo avanti nel riciclaggio dei contenitori di bevande. Dal suo utilizzo infatti, i dati riguardante il riutilizzo di vecchie bottiglie di vetro ed altri recipienti è aumentato. I dati messi a confronto tra chi usa il deposito su cauzione e chi ancora no è esplicativo. Il DPR permette il riciclaggio del 94% degli imballaggi europei, mentre i paesi che ancora ne sono privi restano su un preoccupante 47%.
Come funziona il DPR?
Quando un consumatore compra una qualsiasi bevanda all’interno di un qualsiasi contenitore, oltre a pagare il prezzo del prodotto, paga anche un piccolo costo sul recipiente. Questo sborso aggiuntivo però non viene perso per sempre: la cifra sborsata in aggiunta infatti è solamente messa come cauzione al rivenditore per il contenitore. Una volta finita la bevanda, il consumatore può tornare al negozio dove ha acquistato il prodotto e restituire l’imballaggio, così da riottenere il costo di cauzione.
Questa è la base deposito su cauzione. Un incentivo verso i consumatori per incentivarlo nel riciclaggio dei contenitori di bevande terminate. I dati dimostrano che tale sistema aiuta moltissimo i paesi a raggiungere i target imposti dalla direttiva sulla plastica monouso (Sup). I recipienti monouso come bottiglie di plastica, vetro e lattine in questo modo sono facilmente riutilizzabili e non diventano materiale inquinante per il pianeta.
La situazione in Italia
Nel nostro paese l’attuazione di questo progetto stenta a decollare. Anche se nel decreto Semplificazione bis di luglio 2021 è stato inserito un emendamento del deputato Aldo Penna (M5S) che ne prevede l’introduzione, tutt’oggi ancora non è avvenuto. Il motivo è presto spiegato: il deposito cauzionale per applicarsi occorre di un decreto attuativo. Tale emendamento sarebbe dovuto essere promosso entro il 5 dicembre 2021, ma ciò non è avvenuto.
Nel frattempo mentre associazioni importanti nella che tutelano l’ecosistema come Natural Mineral Waters Europe ed UNESDA Soft Drinks Europe spingono per la valenza del progetto, in Italia sempre questi gruppi tentennano. Lo spiega bene Silvia Ricci, referente Rifiuti ed Economia Circolare dell’Associazione Comuni Virtuosi, palesando problemi più ampi nell’ambito del riciclaggio. “In Italia queste stesse associazioni nazionali nicchiano. Paventano conseguenze negative sul consumo di bevande che a noi non risultano – continua – o insistono sul tasto dei costi maggiori che l’introduzione di un DRS avrebbe in Italia (senza entrare nel dettaglio dei numeri e dei soggetti che subirebbero un aggravio dei costi), allineandosi alla posizione del Conai espressa dal presidente, Luca Ruini”.
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