13 Marzo 2018 - 19:29

USA: Donald Trump fa fuori un’altra “testa scomoda”

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A fare le spese dell’inflessibilità di Donald Trump, questa volta, è Rex Tillerson, segretario di Stato. Al suo posto salirà l’attuale direttore della CIA, Mike Pompeo

Donald Trump sempre più “presidente di ferro”. A fare le spese dell’inflessibilità del presidente, questa volta, è Rex Tillerson, ex segretario di Stato, licenziato dal presidente USA attraverso un tweet.

Mike Pompeo diventerà il nostro nuovo segretario di Stato. Farà un lavoro fantastico! Grazie a Rex Tillerson per il suo servizio! Congratulazioni a tutti! Ho preso da solo la decisione di licenziare Rex, che ora sarà molto più felice.” ha scritto Trump.

Peccato che il buon Tillerson abbia dichiarato di non essere mai stato a conoscenza delle ragioni dietro il suo licenziamento, e che avrebbe voluto restare volentieri al Dipartimento. In realtà, già durante lo scorso dicembre, la testata nazionale New York Times aveva anticipato il piano del presidente, scrivendo come la Casa Bianca avesse un «piano già operativo» per sostituire Tillerson con Mike Pompeo, direttore della CIA.

Il rapporto tra il presidente e il suo capo della diplomazia era infatti ormai ridotto ai minimi termini. Addirittura da sfociare in una furiosa lite a margine di una riunione, in cui Tillerson avrebbe definito il miliardario “un idiota”.

Inoltre, c’erano già state varie differenze di vedute in ambito internazionale. L’ex segretario di Stato, infatti, aveva incoraggiato il presidente a raffreddare i toni con la Corea Del Nord, per favorire la negoziazione.

I due nuovi membri dello staff sono “di fiducia” per il Presidente. Infatti, anche la nuova presidente della CIA, Gina Haspel, è considerata una “trumpiana” di ferro. Oltre ad essere stata a lungo un’agente sotto copertura, durante la sua attività operativa avrebbe diretto un black site in Thailandia, che prevedeva l’uso di torture durante gli interrogatori, poi chiuso ufficialmente dall’allora presidente Barack Obama.

Insomma, il nuovo che avanza nella classe politica americana è sempre più a immagine e somiglianza del proprio presidente. Che l’America, tanto sbandierato paese garante della democrazia, stia silenziosamente cambiando i suoi connotati?

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