11 Novembre 2020 - 16:23

Donald Trump: l’abbandono alla politica e il piano da influencer

Trump

Donald Trump sta già progettando il futuro, dopo la sconfitta alle elezioni. E contempla la possibilità di rilanciarsi da influencer

E se Donald Trump, in realtà, non puntasse più alla politica? Il futuro dell’ormai ex presidente degli Stati Uniti d’America (salvo sorprese ad oggi improbabili) potrebbe essere lontano dagli intrighi di palazzo, anche alla luce dell’insufficienza di prove a sostegno della sua “ipotesi” di frode elettorale, confermata dal New York Times. Ci sarebbe, infatti, una terza via che potrebbe occupare la testa dell’imprenditore ex presidente. Un’idea davvero clamorosa (ma nemmeno troppo): diventare un influencer. La strada sarebbe già tracciata e starebbe convincendo sempre di più il politico repubblicano. Le possibilità che gli si potrebbero aprire sono davvero multiple, giunti a questo punto.

Riflettendoci anche dal punto di vista economico e della propria immagine, potrebbe rappresentare un’opportunità davvero ghiotta di rilanciarsi. Gli americani non gli hanno perdonato una gestione a dir poco pessima della situazione inerente al Coronavirus e alla sua diffusione. Inevitabilmente, anche la sua situazione legata al proprio profilo era in completa caduta libera. Da qui, l’idea “geniale” di rilanciarsi da influencer. Ad oggi, Donald Trump è costantemente bombardato da richieste di ogni tipo. C’è gente che vuole scrivere libri sulla sua figura, sfruttando anche l’eco mediatico che hanno attirato queste elezioni. Anche alcune reti televisive di estrema destra, tra cui One America News Network, sarebbero ampiamente disposte ad averlo come ospite fisso nei propri talk show.

Inutile dire che la proposta e il piano di rilancio è davvero interessante e merita più di un’attenzione semplice. Perché proprio da quest’ultimo riparte la sua corsa verso il vero obiettivo: ritornare presidente nel minor tempo possibile, ovvero al termine dei quattro anni di presidenza del rivale Joe Biden.

La politica e le insidie da influencer

Non v’è dubbio che la politica della destra mondiale sia molto attenta e molto affine alle mire dei più conosciuti influencer sulla piazza. Questo perché il public speaking utilizzato da tutti i conservatori del mondo (ormai) rispecchia pienamente quello di chi lavora attraverso i social. Comunicazione veloce, impressiva, d’impatto, spesso anche incentrata su slogan o su jingle ripetitivi che, inevitabilmente, entrano in testa di tutti i “followers”. In qualche modo, a questo punto, il piano di Trump prende forma. Utilizzare il suo linguaggio, già limitato a forme letterali d’impatto e non troppo costruite, in campo social potrebbe essere la mina devastante che potrebbe permettergli di ricrescere. Il problema, però, è che questa mossa, come ogni cosa, ha i suoi contro, che sarebbero delle insidie davvero devastanti.

Il rischio principale è quello di sminuire il proprio profilo politico e banalizzarlo. Parliamoci chiaro, invadere la rete con contenuti altamente controversi potrebbe portare il pubblico dall’altra parte della barricata. Senza contare che la presidenza appena finita è ricca di episodi poco chiari e a dir poco annichilenti, nei confronti della stessa persona di Donald Trump. Quindi, in questo caso, proprio in virtù delle sue controversie in campo politico, un “cambio di look” potrebbe costare ben caro e ammazzare definitivamente ogni speranza di rientro per il repubblicano. Si gioca sul fil di lana, il rischio di cadere definitivamente è davvero molto alto.

E basterebbe valutare il comportamento della destra in Italia. Matteo Salvini è sempre più sull’orlo del baratro, assorbito completamente da un’immagine che non riesce più a sostenere. Il rischio di scadere e ridursi a poco più che una macchietta inoffensiva (almeno dal punto di vista politico) è davvero molto alto. Certo, d’altro canto, nel caso in cui riuscisse a portare avanti la propria idea coerentemente e a fare proseliti, Trump avrebbe automaticamente una marcia in più per una sua eventuale ricandidatura. Assisteremo ad un crollo definitivo delle ambizioni presidenziali di “The Donald“? Non ci si mette la mano sul fuoco, ma resta molto possibile.