Draghi, breve profilo dell’uomo che piace ai mercati e che salvò l’euro
L’ex numero uno della BCE ha perso entrambi i genitori a 15 anni, ha studiato dai gesuiti ed è arrivato al MIT di Boston, dove ha condiviso i banchi con premi Nobel
E alla fine, tanto tuonò che piovve. Mario Draghi, evocato per settimane da giornali e retroscenisti, salirà al Colle per ricevere l’incarico dal Presidente Mattarella di formare un nuovo Governo di unità nazionale. L’ex Presidente della Banca Centrale Europea, l’uomo che salvò l’euro, piace molto ai mercati e all’establishment. Lo scorso Agosto, durante il meeting dell’amicizia dei popoli di Rimini, affermò che “il futuro dei giovani è a rischio“. Ma chi è il nuovo uomo della provvidenza chiamato a salvare il Paese?
Draghi Nasce a Roma nel 1947. Suo papà Carlo, entra nella Banca d’Italia nel lontano 1922, per poi passare all’IRI. Sua madre era farmacista. Ha una sorella storica dell’arte e un fratello imprenditore. Sarà una sorella di suo padre a prendersi cura di tutti e tre, alla morte dei genitori, avvenuta a breve distanza l’uno dall’altra quando Mario aveva solo 15 anni. Frequenta il liceo classico Massimiliano Massimo di Roma, retto dai gesuiti, ed ha come compagni di classe Luca Cordero di Montezemolo e Giancarlo Magalli.
Nel 1970 si laurea in Economia alla Sapienza di Roma. Il suo relatore, Federico Caffé, ha diffuso le teorie Keynesiane in Italia, prima di scomparire misteriosamente nel 1987. Ironia della sorte: nella sua tesi di laurea, Draghi sosteneva che all’epoca non sussistesero le condizioni per la creazione di una moneta unica europea. Proprio lui che avrebbe salvato l’euro. Nel 1971 approda al MIT di Boston su segnalazione di Franco Modigliani.
La carriera e il “whatever it takes”
Correva l’anno 1983, c’era il primo Governo Craxi, quando Draghi diventa consigliere del Ministro del Tesoro Goria. Dal 1984 al 1990 è capo della Banca Mondiale. Nel 1991 viene nominato Direttore Generale del Ministero del Tesoro, ruolo confermato da tutti i Governi fino al Berlusconi II. Erano gli anni delle grandi privatizzazioni di numerosi enti pubblici, di cui Draghi è stato l’artefice.
Nei primi anni 2000 ha ricoperto ruoli nel comitato esecutivo di Goldman Sachs, per poi approdare alla Banca d’Italia nel 2005. Infine, nel 2011 diviene il direttore della BCE, inviando subito una lettera all’allora Governo italiano, sollecitando una serie di misure urgenti. Il terremoto della crisi economica minacciava la tenuta dell’Euro, ma Draghi affermò che avrebbe salvato la moneta unica, “whatever it takes“, a qualunque costo.
Un incoraggiamento ai giovani
Parlando agli studenti dell’Università Cattolica nel 2019, in una delle sue ultime apparizioni pubbliche, Draghi ha augurato “spero che molti studenti di questa università decidano un giorno di mettere le loro capacità al servizio pubblico. Se deciderete di farlo, non dubito che incontrerete ostacoli notevoli, come succede a tutti i policy maker. Ci saranno errori e ritirate perché il mondo è complesso. Spero però che vi possa essere di conforto il fatto che nella storia le decisioni fondate sulla conoscenza, sul coraggio e sull’umiltà hanno sempre dimostrato la loro qualità“.
Oggi alla guida della BCE c’è Christine Lagarde, mentre Mario Draghi è atteso alle 12 al Quirinale, per ricevere un nuovo incarico e iniziare un nuovo, complicato capitolo della sua lunga e straordinaria carriera.
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