Dunkirk, l’ultimo capolavoro di Christopher Nolan
Dunkirk, l’ultimo film di Christopher Nolan, è un capolavoro: l’autore gioca con spazio, tempo e suoni, convince la critica e conquista il pubblico
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Da giovedì 31 agosto anche in Italia è nelle sale Dunkirk, l’ultimo capolavoro di Christopher Nolan. Nel resto del mondo è uscito da più di un mese, ma il pubblico italiano ha dovuto pazientare a causa dell’embargo estivo italiano, un usanza che da tempo è in discussione.
Il film racconta la vicenda dell’evacuazione di circa 400 mila soldati britannici bloccati nella città francese di Dunkerque nel 1940. Gli eserciti inglesi e francesi, infatti, vennero spinti verso la costa dall’avanzata tedesca, in quella che fu una delle più grandi sconfitte degli Alleati durante la seconda guerra mondiale. La situazione d’emergenza diede vita ad una grandiosa missione di salvataggio che vide la marina inglese impiegare moltissime imbarcazioni civili per attraversare la Manica e riportare a casa gli uomini intrappolati in Francia.
Narrazione
Nolan racconta quei giorni attraverso tre punti di vista: quello di una pattuglia della RAF (le cui vicende durano un’ora), quello di tre marinai civili che hanno ricevuto l’ordine di andare a Dunkerque (in un viaggio che dura un giorno) e quello di un giovane soldato britannico che attende i soccorsi sulla spiaggia, in una settimana che lo vedrà coinvolto in varie vicissitudini nel tentativo di salvarsi.
Acqua, terra e aria, dunque, in un vortice che conferma la genialità di Nolan e dove lo spazio avvolge lo spettatore e il tempo si relativizza nelle diverse vicende dei protagonisti, ognuna delle quali raggiungerà la sua maggiore intensità in momenti diversi per poi intrecciarsi. Su tutto, gioca la continua attesa dei tedeschi (che nel film non si vedono mai, ma di cui si sentono gli spari e le bombe) e i particolarissimi suoni del film, molto fedeli e forti, con un angosciante ticchettio d’orologio che torna spesso ad inquietare lo spettatore.
Ma chi cerca la narrazione agiografica di gesta militari rimarrà deluso: Dunkirk è soprattutto un film che comunica il senso d’impotenza del singolo nei confronti dell’enormità del conflitto, con le distese di soldati sulla spiaggia in attesa di essere imbarcati; o la paura di morire e la strenua volontà di sopravvivenza (magistrali le scene della nave silurata, con i soldati ammassati al buio nella stiva che nuotano per cercare una via d’uscita).
Nolan è bravissimo anche nel mostrare la responsabilità individuale e l’umanità che emergono nelle catastrofi: il personaggio di Mr. Dawson, l’anziano alla guida dell’imbarcazione civile, è in questo senso un personaggio fondamentale del film.
Le critiche
Il film ha tuttavia sollevato alcune polemiche. Critiche sono giunte da alcune parti per non aver mostrato adeguatamente, a detta di alcuni, il ruolo delle truppe francesi (che effettivamente rimangono sempre sullo sfondo), o per aver trasformato una disfatta in un grande successo (ma questa critica non coglie nel segno: in più momenti si rende evidente la disfatta degli Alleati).
Nolan ha però conquistato la critica, che rivolge da settimane entusiastiche recensioni al film, e il pubblico, incassando quasi 3 milioni di euro in Italia nel primo weekend, in linea con il trend globale (nei primi giorni di proiezione, Dunkirk aveva incassato già 260 milioni di dollari).
E pensare che Nolan non ha mai vinto un Oscar. Dunkirk potrebbe cambiare le cose?
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