5 Marzo 2018 - 00:54

Elezioni 2018, la volatilità elettorale scompone la geografia politica

sistema partitico italiano

Elezioni 2018, la volatilità del voto decide la partita al Senato. La nuova geografia politica dopo il voto degli over 40

La campagna elettorale per le Elezioni 2018 si è distinta, in particolar modo, per l’eccessivo ardore delle proposte dei due schieramenti maggiori – centro-destra e centro-sinistra – nei confronti della classe degli over 40.

Così fra l’aumento delle pensioni minime, il bonus bebè ed ulterio fondi per le famiglie, ciò che è scaturito dalle urne è un vero e proprio ribaltone della generazione che per diverse tornate ha influenzato l’andamento della politica italiana.

Con la complicità della passata legge elettorale, il porcellum, gli over 40 infatti sono stati diverse volte croce e delizia dei vari competitors.

Anche in queste Elezioni 2018, la corsa per il Senato della Repubblica è stata significativa e, in base ai dati disponibili fino ad ora, si sono notati due processi che hanno modificato l’appeal politico/elettorale delle grandi sigle.

In primo luogo, ciò che maggiormente ha destato stupore – dato il 33% in media al Senato del M5S – è una forte volatilità del voto fra gli over 40.

Coloro che erano stati i protagonisti della campagna elettorale dei due grandi gruppi organizzati non solo hanno cambiato totalmente rotta ma hanno rigettato tutte le promesse fatte nello scorso mese e mezzo.

Proprio questo punto investe il secondo e non meno importante elemento che coinvolge la netta sconfitta della forma partito.

Il 22% totale del centro-sinistra e, ancor peggio, il 14% di FI a Palazzo Madama da un lato rappresentano la caduta del classico modo di intendere la politica e dall’altro il rifiuto del pensiero leaderista sviluppatosi negli ultimi venti anni.

L’elemento, a parità di mali, travolgerebbe totalmente il partito guidato da Berlusconi, da sempre legato ad un elettorato più adulto, che in un sol colpo è riuscito a far cadere definitivamente la leadership interna – con Salvini a scalpitare, anche per i numeri ottenuti –  e, contemporaneamente, rimescolato le carte in tavola nella colazione di centro-destra.

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