27 Febbraio 2023 - 15:03

Elly Schlein: chi appoggia la neo-segretaria del PD?

primarie Elly Schlein

Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito Democratico. Ma da chi è stata sostenuta l’alter ego naturale della premier Giorgia Meloni?

Il nuovo Partito Democratico nasce sotto auspici del tutto innovativi. La nuova segretaria del partito di centrosinistra è Elly Schlein, che ha vinto le primarie in modo molto inaspettato. Stefano Bonaccini era dato per favorito, ma alla fine a spuntarla è stata la deputata italo-svizzera. Un fatto più unico che raro, in quanto Bonaccini, durante la fase delle primarie con voto tramite tessera di partito, aveva ottenuto il 53%.

Una preferenza e una resa di voto che è stata radicalmente ribaltata dal voto aperto a tutti. Un caso che nella storia dei sedici anni di vita del Partito Democratico non era mai successo. In queste settimane lo staff di Schlein aveva fatto circolare un certo ottimismo sulle sue possibilità di farcela. Un chiaro segnale era provenuto dalla mobilitazione nelle piazze, molto più ampio rispetto allo zoccolo duro su cui ha puntato Bonaccini.

Una mossa che poi si è rivelata vincente, e che ha spinto Elly Schlein a ribaltare i pronostici grazie ad una sapiente comunicazione e anche alla prospettiva di trovare un alter ego naturale alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La rimonta rispetto al voto dei circoli e il fatto che fosse una candidata meno gradita tra gli iscritti non vuol dire, però, che la Schlein stessa partisse da zero. All’interno del partito, la neo-segretaria è stata infatti appoggiata da molti dirigenti.

Dirigenti che, molto probabilmente, saranno rinnovati, proprio in virtù della “rivoluzione” promessa dalla nuova “deus ex machina” del Partito Democratico. Ma chi stava con lei? Chi sono stati i fautori principali della sua vittoria all’interno della battaglia delle primarie?

La vecchia guardia e l’endorsement

Ci sarebbe da capire, in primis, da dove viene Elly Schlein e, soprattutto, chi l’ha appoggiata. Un primo assist è arrivato dal segretario uscente Enrico Letta, che aveva aperto la fase del congresso, quella che avrebbe portato alle primarie e alla scelta di una nuova guida del partito e l’ha riaccolta nel partito. Infatti, ciò che effettivamente ha colto di sorpresa e favorevolmente gli organi elettivi del Partito Democratico è la sua storia al di fuori.

Elly Schlein è l’unica ad essere andata sempre in controtendenza con i risultati del partito, andando sempre in crescita. Ma soprattutto, la cosa più interessante è la sua assoluta “ribellione” nei confronti delle linee guida che sono state prese dai vari segretari man mano. Grossomodo, si sta parlando di una vera e propria bomba a orologeria, pronta ad esplodere soprattutto nell’ambito di un argomento davvero cruciale per la rinascita del partito: le correnti.

Da sempre, ciò che ha frenato di più il Partito Democratico è stata la mancanza di una visione unitaria e corale, sempre sfilacciata in vari universi di pensiero che non sono riusciti a mettere d’accordo e a compattare tutto. Dunque il primo compito del neo-segretario sarà quello di capire le potenzialità di queste ultime e di renderle quanto meno nocive possibili.

Alcuni commentatori si sono chiesti quanta autonomia potrà avere Schlein nel decidere la linea politica. Boccia, in tal senso, ha dato delle indicazioni abbastanza forti. La sconfitta alle elezioni, secondo loro, ha avuto la sua causa proprio nella rottura dell’asse con quel Movimento 5 Stelle che è nuovamente in ascesa nei sondaggi e che è diventato sempre di più il punto focale anche della “discesa” del PD, finito dietro nei sondaggi.

Un rapporto che si potrebbe rinsaldare da un momento all’altro. E, anzi, proprio con l’ascesa della nuova segretaria, potrebbe finire nuovamente sotto l’occhio attento degli studiosi politici. Insomma, c’è ancora tanta strada da fare.