9 Marzo 2021 - 10:39

Eriksen ma quale piano B, il danese è ormai imprescindibile per Conte

Eriksen

Vidal, ancora una volta, non è sembrato all’altezza e fa peggiorare chi gli gioca accanto. Eriksen entra e l’Inter vince, coincidenze?

La vittoria importantissima con l’Atalanta oltre a consentire a Conte di tornare a più sei dal Milan, lascia, se ce ne fosse stato ancora bisogno, un importantissimo segnale in casa nerazzurra: non si può più prescindere da Christian Eriksen.

In poco più di un mese il danese ha cambiato l’Inter a tal punto che adesso la sua assenza in campo pesa per tutti i compagni. Passato da esubero extralusso a pedina di scambio con un piede e mezzo già lontano da Milano, il difficile momento societario nerazzurro ha regalato a tecnico e squadra il miglior acquisto che si potesse immaginare.

Lo stop del mercato ha costretto Marotta (il quale lo aveva pubblicamente fatto fuori dal progetto) a trattenerlo alla Pinetina e, di conseguenza, a Conte di reintegrarlo nei meccanismi di squadra.

Rivoluzione qualitativa

Una punizione, la specialità della casa, a tempo praticamente scaduto nel derby di Coppa Italia, la miccia che ha accesso il fuoco del cambiamento, la “rivoluzione qualitativa” che i tifosi chiedevano a gran voce e l’ultimo tassello che mancava a questa squadra per puntare realmente allo scudetto.

Da quel 26 gennaio l’Inter ha cambiato marcia e non si più guardata indietro, inanellando 7 vittorie consecutive in campionato, 5 delle quali con Eriksen in campo dal primo minuto. Un filotto di vittorie che non solo ha portato al primato in classifica, ma sopratutto un’identità di gioco che senza il danese faticava ad uscire fuori.

La partita con l’Atalanta rappresenta, in questo senso, un’involuzione tattica che Conte non può più permettersi. Vidal al posto di Eriksen non è più una soluzione praticabile e lo si è visto per ampi tratti del match. Il cileno è stato ancora una volta fra i peggiori in campo: sconclusionato, fuori posizione, costantemente in ritardo nelle uscite e una quantità di errori tecnici che hanno trascinato in negativo anche i suoi compagni di reparto.

Con Eriksen in campo la musica cambia per tutti e Brozovic è quello che ne guadagna di più dalla sua presenza. Alternando con lui il compito di impostare il gioco, il play croato corre di meno e meglio permettendogli di essere lucido quando serve. L’imprevedibilità, calci piazzati e, soprattutto, le sue giocate di prima danno velocità alla manovra nerazzurra, la stessa che è mancata con l’Atalanta dove, l’Inter, è tornata lenta e prevedibile.

In una serata dove i big steccano, non è un caso che il gol vittoria arrivi al primo calcio d’angolo battuto dal danese. Parliamoci chiaro, dire che Eriksen sia stato determinante nella vittoria di ieri sera sarebbe un’eresia, ma il lavoro sporco fatto ha dato una grossa mano a raggiungerla. La fase difensiva mostrata ieri è stata impeccabile: 2/3 recuperi palla in situazioni di pericolo, intercettazioni e la freddezza, mai banale, di non badare tanto al sodo quando serve, hanno permesso ai tre difensori di non andare in affanno.

L’ultimo step sarà quello di essere più presente in zona gol, una cosa però è certa: il posto accanto a Brozovic è suo, suo soltanto!