Il cosmopolita Eros Ramazzotti per una sera al Palasele
Il “Perfetto World tour” di Eros Ramazzotti si ferma ad Eboli. Serata commovente, nel ricordo di Angelo Caprio
[ads1]Perfetto. Potrebbe essere necessario parafrasare il titolo del suo ultimo album, che tra l’altro è anche quello del tour, per descrivere al meglio lo show portato in scena ieri sera al Palasele di Eboli da Eros Ramazzotti e la sua band. Perfetto, perchè curato in ogni aspetto seppur senza fronzoli o divagazioni di alcun tipo ma soprattutto perchè basato sulla musica che in più di un frangente lascia spazio alla commozione. Un aspetto, quest’ultimo, che si evince già dal palco scelto per l’esibizione, molto minimale, geometrico e privo di passerelle protese verso il pubblico, la cui immagine è costantemente proiettata su un enorme ledwall che fa da sfondo all’intera struttura. Il tutto è completato da un telo semitrasparente suddiviso in pannelli che nella prima porzione dello show si muovono a fasi alterne permettendo la visione degli artisti presenti sul palco in un gioco di luci ed ombre Questo effetto “sliding doors” è ulteriormente amplificato dalla musica che, partendo da un introduzione molto dance, dà l’avvio all’esecuzione in rapida sequenza de “L’ombra del gigante”,”Il tempo non sente ragione”e “Perfetto”. Fin dalle prime battute Eros si mostra molto a suo agio sul palco coinvolgendo gli spettatori, concedendosi brevi battute (“Siete fantastici, saranno le mozzarelle??”), e dispensando assoli di chitarra e saluti a chiunque, lasciando di tanto in tanto spazio alle onnipresenti coriste per riprendere fiato. Brani storici come “Terra Promessa”o “Se bastasse” aizzano la folla in un crescendo di emozioni che culminano in una breve parentesi acustica, durante la quale Eros rivisita alcuni brani della sua carriera seduto al piano ed affiancato da una bambina scelta tra il pubblico che resta con lui sul palco durante tutta l’esibizione. Nello stesso frangente risulta particolarmente toccante la dedica del concerto da parte dell’artista ad Angelo Caprio, un giovane ragazzo 20enne scomparso di recente, mentre il pubblico, intonando altri successi, accompagna con un’unica voce a cappella le sue parole. A questo punto lo show diventa ancora più movimentato e riprende altri successi della carriera di Eros, che, partendo dalla quasi rock “Un’altra te”, toccano l’apice con “Un’emozione per sempre”, in cui è dato ampissimo spazio alla sezione dei fiati, “Musica è” , riarrangiata e correlata da un assolo finale lunghissimo e di forte impatto, e soprattutto “Fuoco nel fuoco”, rivisitata in chiave latina mentre sul palco si vedono anche dei timidi giochi di luce. In chiusura il classico “Più bella cosa”, la cui esecuzione nella versione originale è stata immortalata da decine di smartphone rivolti verso il palco.
IL COMMENTO – Fin dal suo esordio Eros Ramazzotti ha rappresentato in pieno lo stereotipo del cantante pop per eccellenza del panorama musicale italiano e ha più volte corso il rischio di risultare banale quantomeno per le tematiche trattate nei suoi testi. Ma chi ieri, compreso il sottoscritto, si aspettava uno spettacolo smielato, romantico o scontato probabilmente è stato ampiamente deluso, non per il fatto che questi elementi non siano presenti nello show, ma più che altro per il modo in cui vengono mescolati. Eros ha saputo reinventarsi di continuo, prima sui dischi e poi dal vivo ma sempre restando fedele alle sue origini musicali con le quali è arrivato a farsi notare, e probabilmente è questa la ragione di tanta longevità nell’industria musicale. In quest’ottica molti dei suoi brani, nella versione live, si presentano con altre sfaccettature perchè arricchiti da melodie costruite su assoli di sassofono o fiati e correlati dai cori femminili che sembrano dare una vita nuova, diversa alle canzoni eseguite.
Quello che salta maggiormente all’occhio, però, è la spontaneità dell’artista che, tra un ballo ed una serie di domande alla folla, in più di un frangente, abbandona la parte centrale del palco per andare ad abbracciare alcuni fan in prima fila. E forse è proprio in questo che sta la sua “perfezione”, ciò che arriva allo spettatore o a chi osserva dall’esterno lo show. La sincerità è una dote innata, non si compra né acquisisce con l’età o i dischi venduti. La storia di Eros potrebbe essere quella di qualsiasi ragazzo “nato ai bordi di periferia” che, grazie al talento e l’umiltà, ha saputo creare “una storia importante” e portarla in giro per il mondo rappresentando un’eccellenza del nostro Paese. Osservando lo show questo discorso diventa ovvio e si comprende che oltre la facciata e le belle parole, che possono apparire scontate, c’è dell’altro, anche perchè non si vendono casualmente circa 60milioni di dischi nel mondo.
Di seguito la fotogallery della serata a cura di Alfonso Maria Salsano:
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