16 Ottobre 2017 - 12:05

Da ex ingegnere Google alla fede negli algoritmi

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Ex ingegnere di Google dopo il licenziamento fonda un culto basato sugli algoritmi

Come tutte le religioni professate dall’uomo, la necessità primordiale era quella della salvezza e di un miglioramento della vita. Ed è proprio questo l’intento di Anthony Levandowski, ex ingegnere di Google, una nuova fede basata sugli algoritmi.

Licenziato qualche mese fa con l’accusa di aver rubato segreti commerciali, ora basa la sua vita sul culto dell’Intelligenza Artificiale. Se per Elon Musk l’intelligenza artificiale scatenerà la terza guerra mondiale, per Levandowski un futuro fatto di algoritmi e bit riuscirà a convertire anche i più accaniti miscredenti, traghettandoli verso un paradiso tecnologico. La sua associazione senza scopo di lucro “Way of the future” si propone proprio di venerare questo nuovo dio di zeri e uno.

Da anni ormai le teorie che potrebbero identificare una nuova divinità tecnologica come salvezza sono non poche. Nella Silicon Valley credere in un futuro governato dall’intelligenza artificiale non è un sogno. Questo è quello che afferma Ray Kurzweil con le sue teorie sulla “Singolarità”: “Cos’è, allora, la singolarità? È un periodo futuro durante il quale il ritmo del cambiamento tecnologico sarà così rapido, e il suo impatto così profondo, che la vita umana sarà trasformata in modo irreversibile“.

“Né utopica, né distopica, questa epoca trasformerà i concetti su sui ci basiamo per dare un senso alle nostre vite, dai nostri modelli di business al ciclo della vita umana, compresa la morte stessa”. Basti pensare che nell’era moderna si sta pian piano passando ad uno stile di vita sempre più governato dalle macchine. Auto con guida autonoma, navi senza equipaggio, assistenti vocali presenti ormai su tutti i più moderni smartphone. In molti, comunque, auspicano che questa concezione di un futuro fortemente tecnologico rimanga solamente una fantasia. Ma se le premesse sono queste…

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