1 Febbraio 2016 - 14:47

Family day vs ddl Cirinnà: ecco cosa afferma il decreto

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La piazza del Circo Massimo, riunitasi per il Family day, si appella al buon senso cattolico di Renzi nell’attuazione del ddl Cirinnà

[ads1] Massimo Gandolfini, leader e organizzatore dell’evento, si ritiene soddisfatto per l’andamento dell’iniziativa, alla quale hanno preso parte più di 2 milioni di persone. Sicuramente un entusiasmo soggettivo, considerato che nel resto dell’Europa le unioni civili sono oramai ritenute un dato di fatto, mentre soltanto in Italia esse incontrano una strenua resistenza. Afferma Gandolfini: “Il ddl va fermato, la giornata qui a Roma testimonia che milioni di italiani sono contrari. Si auspica che il Family Day sia l’ultima iniziativa necessaria a contrastare la tendenza normativa pro-unione”. La nomina del nuovo ministro per la famiglia, Enrico Costa, suscita entusiasmo nel leader cattolico, il quale è tuttavia cosciente del fatto che sarà difficile opporsi al disegno di legge.

La manifestazione del Family day, insomma, si presenta come evento promosso da personalità di credo cattolico, o da laici di orientamento culturale e politico tradizionalista, ben ancorate a una visione storica e decisamente poco progressista. Una componente piuttosto consistente nel panorama italiano, che ancora risente degli influssi del conservatorismo cristiano e del “neo-vaticanismo” latino, fattori ideologici i quali hanno senz’altro prolungato l’incertezza nell’emanazione della presente legge.

Per quale motivo vi è tanta opposizione? La risposta è molto semplice, risiede nel contenuto del ddl Cirinnà:

  • Stepchild adoption: adozione del bFamily dayambino che vive in una coppia omosessuale, il quale è figlio biologico soltanto di uno dei due genitori, prevista dall’articolo 44 riguardante la legge sulle adozioni;
  • Unione civile: essa si sottoscrive, in presenza di due testimoni, di fronte a un ufficiale di stato civile e viene iscritta nel registro comunale. L’unione è certificata da un documento che ne accerti la costituzione, nel quale occorre che siano contenuti i dati anagrafici, la residenza e il regime patrimoniale. E’ possibile l’adozione di uno dei due cognomi o di entrambi;
  • Cause eventuali di impedimento nella costituzione:  l’unione civile non potrà essere realizzata se una delle parti è ancora legata da vincolo matrimoniale, se si tratta di un minore, salvo apposita autorizzazione, se ha un’interdizione per infermità mentale, o nel caso in cui vi sia un legame di parentela. L’unione è inoltre condannata nel caso di omicidio consumato o tentato sul coniuge dell’altra;
  • Regime giuridico e garanzia di assistenza: per quanto concerne i diritti e i doveri reciproci, valgono gli articoli del codice civile. Nel contempo, alla coppia omosessuale è garantita l’assistenza sanitaria e carceraria, oltre all’unione e alla separazione dei beni e la reversibilità della pensione.

Si tratta di un ddl che, dunque, può suscitare perplessità negli ambienti legati al concetto tradizionale di famiglia, contesto nel quale sarebbe difficile concepire un modello aggregativo differente, che guarderebbe aprioristicamente con diffidenza a qualsiasi apertura. Per questa ragione, il PD, formazione oramai catto-liberale nei contenuti e nella forma (sebbene si dichiari politicamente e ostinatamente di centro-sinistra), ha voluto tuttavia rassicurare la piazza romana del Family day sull’emanazione del decreto legge, il quale verrà approvato con il rispetto dei diritti e delle professioni religiose di tutti, dal momento che buona parte dell’Europa, con l’eccezione dei paesi balcanici, ha risposto positivamente e da ben più tempo alle istanze di rinnovamento in materia di diritti civili.

Lo scontro tra laicità progressista, anticlericale, e i conservatori laici o cattolici, anima da sempre il dibattito culturale italiano, come sempre tempestoso e difficile, per non dire animato da ingerenze religiose e politiche d’intralcio all’emanazione di leggi, considerate ordinarie e scontate in buona parte dell’Occidente. Si può riflettere sulla vicenda Englaro e quanto avvenuto in merito alla discussione sull’eutanasia e il testamento biologico, che hanno visto scatenarsi la furia dei movimenti clericali più reazionari, per non parlare dell’azione di esponenti politici quali Silvio Berlusconi, scesi in campo a difesa dei cattolici, a soli fini elettorali.

Il dibattito “torto/ragione” sul tema suona certamente infantile ai più. Ebbene, non si tratta esclusivamente di battaglie ideologiche e politiche, (presenti di fatto dietro a ogni questione), ma di una capacità empatica e di comprensione collettiva delle esigenze che risiedono in una coppia omosessuale. Quest’ultima non è differente dalla tipologia di coppia etero dal punto di vista emotivo e nella sensibilità paterna/materna.

Sarebbe dunque troppo facile, come per molti reazionari, opporsi timorosamente al nuovo ddl, il quale visibilmente si presenta come spontanea istanza di riconoscimento giuridico ed etico di molti individui, in vista del nascere di costumi e mentalità differenti rispetto al passato. Ciò non toglie che le preoccupazioni cattoliche in materia di crescita psicologica del bambino siano fondate, costituendo un punto focale di opposizione al decreto. Resta tuttavia da immaginare se sia migliore la sorte di un bambino cresciuto solitario in un istituto, o sotto le cure, l’affetto e la comprensione di due genitori, sebbene omosessuali.

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