8 Marzo 2023 - 08:57

8 marzo: ecco le 5 cose da sapere sulla Festa della donna

Festa della donna: ecco le 5 che (forse) non sapevi sull'8 marzo

Festa delle donne

Chi non ha l’amica che ogni fatidico 8 marzo ci telefona dicendo: “Serata pizza solo tra donne?”, e noi, stanche di ribattere che in realtà da festeggiare in compagnia prettamente femminile ci sia bene poco, asseriamo con un triste “Certo, contami pure“.

Perchè non tutti sanno che l’8 marzo nasce come giornata di impegno politico internazionale, ma che solo nel tempo, soprattutto nel nostro Paese, si è trasformato in una specie di ricorrenza che prevede fiori (rigorosamente mimose) e cioccolatini.

Ecco quindi quali sono i miti da sfatare sulla Giornata internazionale della donna.

Non è la Festa, ma la Giornata

In Italia, l’8 marzo è noto come “Festa della Donna”, ma il vero nome di questa ricorrenza è quello di “Giornata internazionale della donna” o, in inglese, Woman’s Day. Dal 1977, le Nazioni Unite hanno ufficialmente riconosciuto l’8 marzo come Giornata internazionale della donna, che oggi viene celebrata in tutto il mondo. La distinzione fra “festa” e “giornata” può sembrare di poco conto, ma tra questi due termini c’è una grossa differenza. Negli ultimi anni, l’8 marzo ha perso la sua valenza politica ed è diventata una delle tante ricorrenze del calendario, creando un discreto giro d’affari tra vendita di mimose, serate a tema e quant’altro. Non c’è nulla di male nel considerare l’8 marzo la “festa delle donne”, ma va ricordato che la possibilità stessa di festeggiare è stata data da quelle donne che in passato e ancora oggi hanno lottato per la libertà di tutte.

Non è legato all’incendio della fabbrica di camicie a New York


Molti pensano che l’8 marzo sia legato ad un incendio che uccise un centinaio di operaie in una fabbrica di camicie a New York nel 1908, accertato poi come mera leggenda metropolitana. La data dell’8 marzo è infatti stata istituita a partire dal 1917, con la grande manifestazione delle donne organizzata a San Pietroburgo per chiedere l’ottenimento del diritto di voto, cosa che si verificò a pochi giorni di distanza dopo l’abdicazione dello zar. Dopo la rivoluzione, diventò una festa nazionale dell’Unione sovietica. La ricorrenza divenne molto celebre tra i partiti di sinistra, compresi quelli italiani. Fu proprio il partito comunista di Bombacci ad “esportare” la festa.


Solo in Italia si regalano le mimose

Sono legate a questa ricorrenza proprio grazie alle manifestazioni che il Partito comunista italiano e l’Unione donne italiane (l’associazione femminile e femminista legata al partito) organizzarono in Italia dopo la guerra. Inizialmente il simbolo dell’8 marzo dovevano essere le violette, che all’epoca erano i fiori tipici delle femministe ma erano costosi e difficili da reperire; così su iniziativa di tre dirigenti del partito – Teresa Mattei, Rita Montagnana e Teresa Noce – si optò per le mimose, che si trovavano più facilmente e soprattutto gratuitamente.

La festa della donna non è giornata di sconto

Nonostante la grande commercializzazione dell’8 marzo, c’è qualcuno che invece si ricorda che il perchè dell’istituzione della ricorrenza: un simbolo della lotta delle donne di tutto il mondo al fine di ottenere la loro emancipazione e anche quella delle generazioni a venire. Grazie infatti all’impegno dei gruppi femministi come Non Una Di Meno che cercano di riportare l’8 marzo alle sue origini rivoluzionarie, nella giornata mondiale della donna, sempre più Paesi partecipano a uno sciopero del lavoro retribuito e del lavoro di cura, invitando le donne a prendersi una giornata per loro stesse e per i loro diritti.

Dati dei femminicidi alla mano: c’è ben poco da festeggiare

In Italia una donna viene uccisa per mano del partner o ex partner ogni tre giorni e siamo il Paese con il più basso tasso di occupazione femminile in Europa. Una donna su tre non ha un conto corrente. Il lavoro di cura è ancora demandato quasi esclusivamente a loro e, anche sul posto di lavoro, continuano a essere pagate meno degli uomini.

Dunque non ci resta che augurare buona festa della donna a tutte le nostre lettrici, ribadendo l’invito a vivere questa ricorrenza non come solo come un’occasione di svago tra amiche, ma con la consapevolezza che in passato, molte donne come noi hanno lottato per ottenere anche solo la sensazione di libertà, coraggio ed indipendenza.