19 Giugno 2015 - 22:06

Game of Thrones, considerazioni finali

game of thrones

Ed ora la nostra guardia si è conclusa”, finisce la quinta stagione di Game of Thrones 

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Citando un passo del giuramento dei Guardiani della Notte congediamo tutti quei fan lettori di Cronache del ghiacco e del fuoco, i quali si erano compiaciuti dell’impressionante conformità dello show ai libri di Martin che a tratti sembravano prendere vita sul piccolo schermo. Ma dopo questa quinta stagione, la “veglia” dei puristi non ha più ragione d’esistere: oramai la serie segue un percorso a se stante, omaggiando il romanzo a cui si ispira in meno scene madri del solito.

Un percorso che definiremmo fisiologico se non fosse che alcune storyline (in particolar modo quelle riguardanti Stannis e Daenerys) spoilerano accadimenti di quel The Winds of Winter a cui Martin sta lavorando da oltre un quinquennio. Una scelta di HBO francamente discutibile considerando l’esistenza di talmente tanto materiale che la creazione di uno spin off se non proprio di un prequel ispirato alla saga di ASOIAF pareva addirittura scontata.

game of thrones

Game of Thrones

Invece ci si ritrova nella paradossale situazione in cui si farebbe meglio a non seguitare nella visione di uno show comunque ben congeniato e dall’appeal indiscutibile per non privarsi del piacere di una grandiosa lettura. Detto ciò non vogliamo certo affermare che gli sceneggiatori Benioff e Weiss abbiano tradito l’idea originaria, anche perché hanno ben presente la visione d’insieme dell’intera saga tanto quanto Martin. Quindi la storia, prendendo delle traiettorie anche pericolose, a tratti, converge verso la direzione dei libri da cui è tratta, passando per adattamenti più o meno riusciti e tagli dolorosi.

Volendo trarre un bilancio dalla quinta stagione di Game of Thrones, sicuramente la parte che vede protagonista Arya Stark risulta la più riuscita, se non altro perché la sintesi tra libro e show televisivo convince anche nelle differenze come la scelta della vittima Meryn Trant che va ad esaltare un giustificabile rimando ai nomi dell’odio della giovane vendicatrice.

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Rimanendo al Nord, l’intrusione di Sansa Stark nelle vicende di casa Bolton la troviamo giustificabile nell’economia di una serie televisiva da dieci puntate a stagione anche se la latitanza di un personaggio accattivante come Ditocorto che va ad aggiungersi a quella del signore dei sussurri Varys sicuramente non giova a parecchie scene di dialogo fin troppo fiacche.

Da questo punto di vista l’Alto Passero interpretato da Jonathan Perkins, attore feticcio di Terry Gilliam, assicura un’impennata della qualità recitativa anche per merito di Lena Headey che ci regala una Cersei mai tanto umiliata ma che comunque non viene piegata dal personale calvario che convolerà nella Walk of shame finale, dimostrandosi l’altro personaggio meno colpito dai cambiamenti della serie. In fin dei conti possiamo fare un discorso simile anche per l’esuleDaenerys il cui personaggio patisce problemi comuni tra show e libri: il prolungato confinamento nel continente di Essos.

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Per fortuna ci sono i draghi a ridestare gli spettatori assopiti e quest’anno la scena madre nella fossa di Daznak oltre ad offrirci una prova più chiara della ferocia delle mitiche bestie, finalmente ci consentirà ad assistere ad una “lezione” di volo della Madre dei draghi. Inoltre, dalla prossima stagione, oltre i draghi ci sarà la coppia Varys/Tyrion, intravista nell’ultima puntata a ravvivare una storyline dai ritmi fin troppo compassati.

Chiudendo con le note dolenti possiamo certamente affermare che il vero flop stagionale sia stato Dorne, viste le aspettative che c’erano specie intorno alle Serpi delle Sabbie capitanate daEllaria Sand che recuperano credibilità giusto nel finale di stagione, partecipando ad una delle sequenze inventate di sana pianta dagli sceneggiatori tra le più riuscite, ossia l’assassinio di Myrcella Baratheon che va ad aggiungersi all’assalto di Aspra Dimora con Jon Snow tra i protagonisti.

A quest’ultimo viene affidato il compito di chiudere col botto una stagione altrimenti povera d’eccidi, ma noi vi invitiamo caldamente a confidare nelle arti oscure di Asshai della sacerdotessa rossa Melisandre prima di dare per spacciata l’ennesima vittima illustre di Martin….anche se non ci sarebbe da stupirsi.

Articolo a cura di Simone Ferrera

Fonte www.35mm.it 

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