3 Febbraio 2015 - 14:07

Il giuramento del nuovo Presidente della Repubblica

Le parole di speranza e di collaborazione del neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

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capo dello stato

Sergio Mattarella

Il nuovo capo dello Stato, Sergio Mattarella ha giurato, questa mattina alle 10:00, fedeltà alla Repubblica Italiana; a norma dell’articolo 91 della Costituzione Italiana, pronunciando la formula: «Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione». Così inizia ufficialmente il lavoro del nuovo Capo dello Stato, che nel suo discorso d’insediamento di questa mattina è stato interrotto varie volte dalla “standing ovation”, con applausi a scena aperta dei parlamentari presenti, quasi alla “fantozziana” maniera come nel film “Il secondo tragico Fantozzi” che dopo aver visto “La corazzata Kotemkin”, afferma che è «Una cagata pazzesca» e riceve 92 minuti di applausi.

Un discorso nel ricordo dei suoi predecessori: «Un pensiero deferente ai miei predecessori, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, che hanno svolto la loro funzione con impegno e dedizione esemplari». Il ringraziamento primario a Napolitano per essere stato il decimo e l’undicesimo presidente in un momento di difficoltà, quasi a segnalare la sua dedizione futura al governo di Matteo Renzi. «Rendo omaggio alla Corte Costituzionale organo di alta garanzia a tutela della nostra Carta fondamentale, – continua il dodicesimo Presidente della Repubblica – al Consiglio Superiore della Magistratura presidio dell’indipendenza e a tutte le magistrature». La Corte Costituzionale da cui proviene Mattarella e su cui punta moltissimo. Vuole essere un esempio di unità nazionale da Nord a Sud e una crisi che «Ha aumentato le ingiustizie,  ha generato nuove povertà,  ha prodotto emarginazione e solitudine». Combattere la crisi con il lavoro, che manca soprattutto nel Mezzoggiorno, dice Mattarella, su cui si deve puntare. Puntare anche sulle energie sottovalutate in passato, sui talenti, sui giovani. Un discorso per i giovani che sono la speranza e la rinascita del Paese.

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«Perché questa speranza non rimanga un’evocazione astratta, occorre ricostruire                 quei legami che tengono  insieme la società», rivolgendosi alle amministrazioni pubbliche che devono guardare il futuro con un occhio speranzoso. Il nuovo Capo dello Stato ritorna, poi sui giovani che presiedono in parlamento dicendo loro che sono un esempio di speranza per una società migliore in Italia.

«Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del capo dello Stato                                  nel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione. È una immagine efficace – dice Sergio Mattarella – All’arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L’arbitro deve essere, e sarà, arbitro, del garante della Costituzione. I giocatori lo aiutino con la loro correttezza. Il Presidente della Repubblica è garante della Costituzione». Un segno d’imparzialità dovuta anche al fatto che ha ricevuto una percentuale non bassa di consensi (665 voti al quarto scrutinio).

In conclusione il neo Presidente della Repubblica fa un volo sulla storia dell’Italia: dalla Resistenza al Nazi-Fascismo, alla lotta alla Mafia, ricordando gli esempi più importanti come Falcone e Borsellino, per poi continuare con: «Stefano Taché, rimasto ucciso nel vile attacco terroristico alla Sinagoga di Roma nell’ottobre del 1982. Aveva solo due anni. Era un nostro bambino, un bambino italiano». Il ricordo continua nei giorni nostri con il saluto ai due Marò, Latorre e Girone e un sussulto all’Unione Europea. La conclusione, dopo le parole di unità e di speranza avviene così, giusto per assicurare una nuova visione della politica italiana dilaniata dalle scelte passate: «Questi volti e queste storie raccontano di un popolo che vogliamo sempre più libero, sicuro e solidale. Un popolo che si senta davvero comunità e che cammini con una nuova speranza verso un futuro di serenità e di pace.

Viva la Repubblica, viva l’Italia!»

Per leggere l’intero discorso del neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, clicca QUI

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