28 Novembre 2020 - 12:29

Il governo Conte non dimentica “l’onnipresente” Berlusconi

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Berlusconi continua a muovere i fili dietro le quinte. La manovra con Conte è il riflesso di una classe dirigente caotica e inconsistente

Soltanto pochi giorni fa, i tre partiti eredi dell’era Berlusconi, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega hanno votato insieme alla maggioranza l’autorizzazione al nuovo scostamento di bilancio, richiesta da Conte. Questo convogliamento d’interessi, per quanto sembri essere una contraddizione in termini, continua ad avere un unico grande attore.

L’onnipresente Silvio

Silvio Berlusconi non se ne è mai andato e continua, ancora oggi, a muovere i fili di un teatrino di marionette allo sbaraglio. La compattezza tra le opposizioni e la maggioranza sul nuovo scostamento di bilancio è la sintesi perfetta di un’inconsistenza di partito. E questo da ambo le parti. Per questo, è facile da gestire se le risorse a disposizione sono di Silvio Berlusconi. “Una scelta di responsabilità di Berlusconi che ha politicamente costretto le altre forze di centrodestra a cambiare linea e ad adeguarsi. Chapeau.” racchiude in sintesi Dario Franceschini.

Il silenzio del centrodestra

Il centrodestra è il lascito di un passato che non ne vuole sapere di scomparire, ma che ha ora assunto nuove forme, ancora più grottesche per la loro inconsistenza e mancanza di credibilità. Se da un lato, Giorgia Meloni esulta e celebra una vittoria mai avvenuta (“miseramente fallito il tentativo di spaccare il centrodestra“), dall’altro la sua credibilità fa un salto nel vuoto per non risalire più. E Berlusconi gongola.

Per tutta il periodo dell’emergenza, il centrodestra ha pedissequamente seguito l’onda della maggioranza. Onda fatta di DPCM in serie preconfezionate e strafalcioni. Eppure l’inconsistenza dei partiti appare più che mai evidente.

A testimoniarlo è il peso del giudizio decisionale del padre, al quale i figli non hanno il coraggio di ribellarsi e poi, per quale motivo dovrebbero farlo? Il centrodestra deciderà di parlare una volta finita l’emergenza. Seppure i lasciti di un malgoverno e di una perdita economica ci accompagneranno negli anni a venire, l’era buia è destinata a finire. Con l’avvicinarsi di un “vaccino salvifico“, che sa più d’interessi miliardari che di interesse pubblico, il centrodestra alzerà pian piano la testa e inizierà a proporsi come alternativa al fallimento Conte, sempre appoggiato e mai ostacolato.

L’esperienza americana

Nonostante la sua inconsistenza, i partiti di centrodestra godono di un certo consenso popolare, con oltre 15 regioni su 20 e consensi che oscillano tra il 45 e il 50 percento. Il populismo ha sempre un certo fascino sull’italiano medio, ma non solo.

L’esperienza Trump è l’esempio perfetto di quanto il populismo possa arrivare in alto e di come la sua caduta precipitosa nel vuoto non sia poi così scontata. Il populismo può tutto e nel caso del centrodestra, può anche cancellare l’accusa del conflitto d’interessi, da sempre imputata al capostipite Berlusconi. Improvvisamente però, la sinistra sembra in pace con un conflitto che, adesso, andrebbe a proprio vantaggio.

Un nuovo inizio

Eppure, oltre al caos e all’inconsistenza politica, questa storia mostra quanto ancora sia decisivo il giudizio e il favore di Silvio Berlusconi che, conserva un importante potere contrattuale nella coalizione, ma anche all’interno del governo. Con la manovra Conte-Berlusconi si inaugura una nuova fase politica, i cui contorni si delineeranno meglio nella fase post-emergenza, dai risvolti facilmente ipotizzabili.