25 Settembre 2015 - 12:00

Granada, un sogno da mille e una notte

Granada

Granada: oggi per la rubrica aZONzo, vi portiamo nella bellissima Granada, una delle città spagnole più visitate al mondo

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Trovandosi a zonzo per le splendide e arse terre dell’Andalusia, partendosi di là dalle iconografiche coste montuose, erge da una storia millenaria la fiabesca città di Granada.

Una città i cui percorsi, segnati da lotte storiche e contrastanti culture, emanano l’odore del frutto da cui la città stessa prende il nome: il melograno.

Il melograno per la cultura andalusa non è solo un frutto largamente diffuso, ma il simbolo e icona più usato per indicarne la personalità.

Camminando, infatti, per le piccole vie di Granada, senza mai distogliere lo sguardo dalle maestose e mai invasive architetture arabe, si ha la sensazione di camminare su un’immensa distesa di chicchi di melograno. Se poggi troppo il piede li schiacci, se lo poggi troppo poco, cadi.

Questa sensazione ha una semplice origine: la città di Granada, in ogni suo dettaglio, è intrisa della cultura araba che l’ha generata, una cultura la cui delicatezza spinge i viaggiatori a camminare su di essa in punta di piedi.

È un po’ come entrare in una stanza in cui tutti stanno sognando.

Non è solo la cultura araba, però, a caratterizzare la città andalusa. Sotto la montagna del Sacromonte, infatti, risiede la comunità dei cosiddetti Hippie, ovvero di coloro che per necessità o scelta vivono lontano dalla società “normale”.

Questi “habitantes de las cuevas”, ovvero gli abitanti delle caverne, vivono in piccole dimore scavate autonomamente nelle rocce della montagna. Dagli anni ’70 ad oggi, in questo piccolo paradiso di Granada, la comunità è cresciuta fino a diventare completamente autonoma.

Nessuna diffidenza nei confronti dei visitatori, nessuna chiusura.

È ben accetto chiunque sia curioso di assaporare la vita da eremita e che rispetti una semplice regola incisa all’ingresso della comunità: ”No quiero dinero, libre kiero ser”.

Non voglio denaro, voglio essere libero.

Fotogallery a cura di Federica Crispo

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