La magia dell’Hotel Chelsea torna a far vibrare a New York
Da Andy Warhol a Bob Dylan, tutti i grandi passarono da queste stanze. Oggi, grazie a un magnate, lo storico Hotel Chelsea tornerà a splendere
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L’Hotel Chelsea venne progettato da Philip Hubert nel 1883 e costruito l’anno seguente. Situato al 222 West 23rd Street, Manhattan, tra la Seven e l’Eight Avenue, vicino al quartiere Chelsea, è famoso per esser stato la sede di tantissimi artisti, tra cui ricordiamo soprattutto Bob Dylan, Janis Joplin, Patti Smith, Leonard Cohen, Arthur C. Clarke, Dylan Thomas, Sid Vicious, Robert Mapplethorpe e una serie di artisti legati ad Andy Warhol e alle sue Factories.
Dopo quattro anni di chiusura e trentadue anni di vita, il Chelsea tornerà a essere un hotel a tutti gli effetti, pur essendo ancora visitabile dai turisti.
Con uno stile che è stato definito “gotico vittoriano”, l’hotel presenta molti tratti caratteristici, come le delicate balconate in ferro battuto con richiami floreali, o la grande scalinata, che si estende per dodici piani. All’epoca della costruzione, l’edificio era il più alto di New York.
La prima celebrità ospitata dall’albergo fu Arthur Miller nel 1962. Lo scrittore e drammaturgo era alla ricerca di un rifugio dopo il divorzio da Marilyn Monroe. Stanco dei titoli dei giornali sulla loro separazione, diventa un residente dell’albergo, dove scrive “After The Fall”, spettacolo che ripercorre la storia del suo matrimonio con la diva. Miller era solito fare colazione la mattina servendosi dai distributori automatici dell’Hotel in compagnia di Arthur C. Clark, altro ospite. Lo scrittore inglese era nel mezzo della scrittura del suo nuovo romanzo: “2001 odissea nello spazio”.
Bob Dylan divenne ospite fisso nel 1965 quando prese in affitto una stanza vicina a quella di Sara Lowndes, donna che avrebbe sposato segretamente. Fu lì che scrisse “Blonde on Blonde”. Una storia che circolò fu quella di un Dylan ubriaco riverso a terra privo di conoscenza durante una festa in cui gli invitati, tra cui i Rolling Stones continuavano a ballare e a divertirsi come se nulla fosse. Edie Sedgwick, la superstar “nichilista” di Andy Warhol, divenne presto una presenza fissa. Fu nelle stanze dell’albergo che furono girate diverse scene di “Chelsea Girls”, film epico diretto nel 1966 da Warhol e Paul Morrissey.
E’ una notte della fine degli anni sessanta quella in cui Leonard Cohen dentro l’ascensore si rende conto di avere di fronte Janis Joplin: “Stai cercando qualcuno?”, le fa. “Sì, cerco Kris Kristofferson”, risponde lei. “Ma che fortuna, sono io”, le fa lui. I due finiranno a letto e Cohen scriverà poi una canzone dal titolo “Chelsea Hotel No. 2”, in cui fa riferimento al “letto disfatto”.
Negli anni Settanta l’hotel divenne meta di diversi musicisti punk. Nel 1970 Patti Smith ci soggiornò in diverse occasioni, assieme al compagno, l’artista Robert Mapplethorpe.
Nella seconda metà degli anni Settanta, il Chelsea ospitò Dee Dee Ramone, bassista dei Ramones alla ricerca di un luogo dove potersi disintossicare dall’eroina. Il soggiorno non servì tanto per sottrarsi alla dipendenza tossica ma fu comunque utile per scrivere il romanzo “Chelsea Horror Hotel”.
Il 12 ottobre del 1978 il Chelsea Hotel entra nella storia della cronaca nera del rock: viene rinvenuto il corpo senza vita di Nancy Spungen, l’amante di Sid Vicius, bassista dei Sex Pistols, nonché icona del punk nella sua versione più autodistruttiva. Vicino al corpo, il coltello che Sid aveva appena acquistato. Vicious viene arrestato. Ma muore per overdose prima che il processo emetta la sentenza.
Dagli anni Ottanta in poi l’albergo diventa una meta per artisti mainstream. Saranno ospiti magari per solo pochi giorni Madonna, Marianne Feithfull, gli artisti Francesco Clemente e Julian Shnabel, e tanti altri. L’ultimo aneddoto riguarda l’attore Ethan Hawke a cui l’Hotel concesse la suite gratis per un mese dopo la fine del suo matrimonio con Uma Thurman. Hawke, tempo dopo restituì la gentilezza dirigendo “Chelsea Walls”, film in cui viene raccontato un giorno nell’albergo.
Nel maggio 2011, l’hotel è stato venduto all’imprenditore Joseph Chetrit per 80 milioni di dollari.
Ed Scheetz, laureato all’università di Princeton, affianca il restauro e il ripristino dei costumi e dello spettacolo che hanno reso immenso quel posto: “Da grande appassionato di musica e letteratura, il mio scopo è quello di riportare in vita la magia dell’Hotel Chelsea“, spiega Scheetz. “Il luogo in cui Andy Warhol ha girato Chelsea Girls ora sarà sottoposto a un cambiamento di marchio, ma senza intervenire sul design interno; daremo a tutti i residenti ciò di cui hanno bisogno, dall’acqua alla luce fino al gas”. Se così non fosse, il concetto di boutique hotel si scontrerebbe con l’ebbrezza degli abitanti, induriti dagli anni Sessanta e protetti dagli ex inquilini Iggy Pop, Sam Shepard, Tom Waits e Patti Smith. Oggi i residenti storici godono di un “affitto stabilizzato” mentre in un futuro, dopo il restyling, chiunque potrà prendere una stanza e immaginare di vivere durante i “Sixties”.
Chi entra oggi nell’hotel vede, romanticamente, il ‘”patrimonio culturale della città” portarsi appresso 100 anni di storia della musica, del cinema e della narrativa. Eppure tutto è più vibrante che mai. Non a caso, a lato dell’Hotel Chelsea spunta un’altra icona di Manhattan, il negozio di chitarre Chelsea Guitars, adorato da Billy Corgan, Billy Crudup, e dagli Hives.
Un pezzo di storia che torna a respirare, in cui tante altre storie potranno ancora succedersi, o essere raccontate.
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