15 Aprile 2021 - 18:16

I giovani leoni hanno fame: l’Inghilterra ha trovato la sua generazione d’oro

Sancho, inghilterra

4 nomi che segneranno un epoca calcistica per la l’Inghilterra: alla scoperta della nuova classe di talenti dei Tre Leoni

“Sono forti, ma non vincono mai”: quante volte alle porte di una competizione internazionale ci si è adagiati su questo motto. Potrà avere tutto il talento che vuole, ma l’Inghilterra difficilmente arriverà a bersaglio.

Eppure questa volta, di fronte all’estremo potenziale della nuova generazione dei Tre Leoni, sono in tanti a scommettere che qualche trofeo nella bacheca di St George’s Park arriverà presto.

La rivoluzione del sistema FA e il rinnovamento delle Academy ha donato a Southgate un potenziale tecnico e umano immenso in vista dei prossimo Europei e Mondiali.

Non un solo diamante da supportare e far splendere al massimo delle proprie possibilità, bensì un’intera classe variegata e dal background d’esperienze molto diverso.

Da una parte chi è cresciuto e maturato sotto la lente attenta dei settori giovanili inglesi e i diktat tattici dei tecnici istruiti a Londra, e dall’altra chi invece ha saputo europeizzarsi grazie a mentori d’eccezione o trasferimenti all’estero.

Nel primo macrogruppo rientrano senz’altro esponenti della new-wave dei Tre Leoni come Declan Rice e Mason Mount. Il centrocampista del West Ham rappresenta un caso particolare per la Nazionale di Southgate: Rice, infatti, è stato per tanti anni uno dei fiori all’occhiello delle selezioni giovanili irlandesi, fino ad arrivare all’esordio con i “grandi” del 28 marzo 2018. Dopo incomprensioni con lo staff tecnico dei Verdi, il giocatore nativo di Londra ha deciso di cambiare sponda e unirsi alla squadra di Sua Maestà.

Meno tribolata l’avventura calcistica, invece, di Mason Mount, divenuto grande tra i grandi grazie a un’icona del calcio inglese, Frank Lampard, che prima nel Derby County e poi al Chelsea ha saputo valorizzare al massimo il talento del ragazzino di Portsmouth.

Dall’altro lato dello schieramento appare chi ha saputo esplodere grazie ai consigli e l’esperienza di tecnici lontani dalle idee calcistiche tipicamente britanniche.

Sulla bocca di tutti dopo i due gol al Borussia Dortmund in Champions League, Phil Foden è un prodotto del vivaio Citizens ma anche una vera e propria creatura di Pep Guardiola: il tecnico catalano ha plasmato il quoziente tecnico del giovanissimo centrocampista per adattarlo ai suoi diktat di gioco. Risultato? Uno dei giocatori più completi del panorama calcistico mondiale.

Dall’Inghilterra ha deciso invece di approdare in altri lidi Jadon Sancho, anche lui prodotto del vivaio Blue ma dalla consacrazione in terra teutonica. La Bundesliga ha saputo regalare al classe 2000 un palcoscenico diverso e gli stimoli adatti a un ragazzino con tanta voglia di emergere nel calcio che conta.

Ciò che accomuna questi giovani talenti è una dote assai comune nell’ultima fioritura calcistica della terra d’Albione: la fame.