Il contrattacco di Conte: i responsabili diventeranno un partito
Conte ha tempo fino a Martedì per procurarsi i responsabili che salveranno il suo governo
Conte ce la sta mettendo tutta per evitare il crollo del suo governo. E ora fa un appello accorato ai responsabili che potrebbero salvare l’attuale Esecutivo: “Sarete i costruttori.“ Sì perché parlare di responsabilità potrebbe essere troppo ma se si parla di costruire un paese, di ripartire dalla ceneri, gli indecisi potrebbero sentirsi più a loro agio a seguire il premier Conte.
E poiché ciascuno, centrista, ex grillino, socialista o renziano pentito, ha a cuore il presente e il futuro di questo Paese, il giurista pugliese alza la posta. Ha rivelato che sta lavorando a «grande progetto politico, europeista, liberale e ambientalista, in contrasto totale con le idee sovraniste di Salvini e Meloni».
Salvini e Meloni spuntano un po’ ovunque nei discorsi politici di questi giorni perché sono loro il disastro da evitare. Se il governo dovesse cadere e Mattarella – improbabile – decidesse di andare al voto, l’Italia verrebbe consegnata nelle mani dei sovranisti. E mentre la Meloni urla di andare al voto, Salvini più cauto preme perché la maggioranza si disintegri da sola.
Certo, le ultime affermazioni di Conte, lasciano pensare e tirare non pochi sospiri di risentimento da parte del Movimento 5 Stelle primo e grande fan dell’avvocato. Come potrebbe accettare il Movimento la creazione di un partito salvagente quando i 5 Stelle vorrebbero Conte tutto per loro?
Insomma questa partita a scacchi è davvero difficile e a pagarne le conseguenze come sempre è il Paese. Renzi spavaldo afferma che il gioco della democrazia non può essere fermato neanche da una pandemia. Curioso l’utilizzo di una parola così ilare mentre ogni giorno muoiono 500 persone a causa del virus.
Conte insomma non torna indietro e studia la parte del martire. «Con Renzi è finita» ripete ai ministri e soprattutto a se stesso l’inquilino di Palazzo Chigi, precario quanto determinato a presentarsi lunedì alla Camera e martedì al Senato per la resa dei conti. È chiaro che rischia brutto e in cuor suo si è preparato anche alla sfiducia. Giorni fa il presidente Mattarela lo ha ammonito, dicendogli in sostanza che una sfiducia in questo momento drammatico sarebbe sale sulle ferite dell’Italia. Ma Conte si mostra «tranquillissimo», convinto che i parlamentari comprenderanno il suo messaggio.
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