8 Novembre 2015 - 18:29

Il tredicesimo giorno, la storia di Joe Petrosino

Il tredicesimo giorno, un libro che racconta una pagina importante della storia di inizio Novecento. L’assassinio del poliziotto Joe Petrosino

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Il tredicesimo giorno, romanzo di Fabio Ceraulo, edito da Milena Edizioni, ci trasporta in un epoca molto lontana, quella della prima metà del Novecento, che non ci appartiene direttamente, ma nella quale ci sentiamo a casa, perché attraverso i racconti dei nostri nonni, ci sembra di averla vissuta. I volti, la povertà, le guerre, la miseria, il senso della misura, il tempo in cui parole come tecnologia, crisi e soprattutto consumismo non facevano ancora parte del vocabolario corrente e molte cose nemmeno si pensavano. Un’epoca semplice e complicata allo stesso tempo nella quale vive il giovane protagonista della storia che la sera del 12 marzo del 1909 si ritrova suo malgrado, testimone di un efferato omicidio, un omicidio “eccellente” come si sarebbe detto poi. L’omicidio fu quello del poliziotto italo-americano Joe Petrosino. Da questo momento la vita del giovane ragazzo cambierà per sempre.
Il protagonista fin dall’inizio non vuole rivelare al lettore il suo nome, perché “Non ha importanza” dice, e aggiunge “Saremo giudicati per ciò che avremo fatto in vita. Per questo non voglio rivelare il mio nome. Perché sono vivo.”

Si tratta di un giovane cameriere che, in quell’anno divenuto storico per quel brutale evento, lavorava proprio al caffè Oreto in Piazza Marina a Palermo, il luogo dove Joe Petrosino consumò l’ultimo pasto prima di essere assassinato.
La storia si apre nel 1982, quando il protagonista è anziano e di tanto in tanto incontra il suo giovane vicino, un ragazzino che gli tiene compagnia e con cui guarda le partite di calcio, una sorta di nipote adottivo. Il giovane, dopo il loro incontro, dovrà andare con degli amici proprio in piazza Marina e come accade sempre quando un ricordo è sepolto nella memoria e sembra quasi sparito, riaffiora così all’improvviso al semplice suono di una parola, un dettaglio che lo evoca.
Da questo momento si apre il flashback che ci conduce indietro nel tempo e il vecchio racconta al giovane la sua versione di una delle pagine più tristi della storia d’Italia e della mafia, che al tempo si chiamava “mano nera”.

Il tredicesimo giorno, la storia di Joe Petrosino

Il tredicesimo giorno, la storia di Joe Petrosino

E’ impossibile non lasciarsi trasportare dal racconto, proprio perché si ha la sensazione di ascoltare un nonno, qualcuno che conosciamo bene e che nonostante l’età ricorda il passato come se fosse ieri.

Il tredicesimo giorno è un romanzo genuino, autentico, italiano e storico. L’autore si è servito di un personaggio inventato per raccontare un evento che ha segnato la storia della Sicilia, ma anche quella della mafia e dell’Italia tutta, un evento che è stato l’apripista di molti eventi a seguire.

Nel leggere le parole narrate dal protagonista ci si sente quasi protagonisti insieme a lui della vicenda, ci si emoziona con lui, ci si arrabbia con lui. Tutto questo perché l’evento storico di cui parla ci appartiene e la sensazione che si prova è quella di una ferita aperta che viene stuzzicata, di un nervo scoperto che viene toccato. Allo stesso tempo sembra di sentire la responsabilità di quel delitto e l’impotenza che prova il giovane di fronte all’accaduto.

Così al termine della lettura si prova un misto di emozioni e ci si sente legati alla vicenda di questo ragazzo, anche se fittizia, così come ci si sente legati alla vicenda di Petrosino. Come dei testimoni ex post riceviamo attraverso questo racconto, l’eredità di un evento storico che deve restare nella memoria di tutti per non dimenticare le persone che hanno operato per la giustizia e che per essa sono cadute.

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