23 Dicembre 2017 - 12:37

Ilva, l’eterno ricatto fra salute e lavoro

Ilva

Ilva e ricatto lavorativo. Il territorio ne esce sconfitto in ogni caso

Lavoro e salute, soprattutto nell’ultimo ventennio, sono state al centro di un’intensa diatriba che spesso e volentieri ha spaccato frange partitiche e di popolazione.

L’eterna domanda se fosse meglio tutelare i posti di lavoro o la salute dei cittadini, continua in questi anni a creare una situazione di impasse dove a subire le conseguenze è inevitabilmente il territorio.

Questa paralisi si è resa ancor più evidente con l’Ilva di Taranto, dove allo stop delle prime trattative -con rinvio al 10 gennaio prossimo –  con il gruppo Arcelor, in cui si prospettava una situazione a dir poco particolare sulle successive regole di ingaggio dei vecchi lavoratori, si è contrapposto lo scontro istituzionale a causa del ricorso al TAR da parte della regione guidata da Michele Emiliano.

Tutto ciò ha fatto emergere due fattori che da un lato investono una questione prettamente poltico/partitica e dall’altro una vera e propria partita a scacchi all’ultima mossa.

Per quanto riguarda il primo punto, si può dire che oltre ad un aspetto riguardante la salvaguardia del territorio, la battaglia del Presidente Emiliano rappresenta anche una prova di forza all’interno del suo partito.

In pratica, facendo leva anche su una sfida sulle prossime candidature per le elezioni 2018, l’ex sindaco di Bari si gioca sull’Ilva sia una larga fetta di elettorato che una buona parte di establishment regionale.

Il secondo aspetto, invece, è molto più pratico ed investe direttamente coloro che subiscono le scelte in merito.

Sostanzialmente, tanto i lavoratori quanto la popolazione, sono stati ingabbiati nell’ingrato dovere di scelta tra conservare una buona fetta di economia locale, con annesse ripercussioni ambientali e sanitarie, e turarsi il naso, – in tutti i sensi – far finta quindi che tutto continui ad andare bene (lavorativamente e ambientalmente).

Il caso dell’Ilva, quindi, riesce a far emergere il corpo a corpo eterno fra enti dello Stato, dettato anche dalla presenza di fazioni differenti, quanto la naturale sconfitta dei cittadini, posti come sempre nella condizione di scegliere se sopravvivere o perire definitivamente.

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