26 Novembre 2016 - 18:06

Inside The Music: “Maracaibo”, una storia di armi e sesso ispirata a Fidel Castro

maracaibo

Come è nata Albachiara di Vasco? “Wish you were here” dei Pink Floyd è stata scritta davvero per una donna come sembra? Inside the Music è l’unica rubrica che vi farà scoprire notizie e curiosità legate alla genesi, alla composizione, ed al successo di alcuni dei brani più famosi presenti nel panorama musicale mondiale. Oggi è il caso di “Maracaibo” a firma di Lu Colombo

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“Maracaibo, mare forza nove…. Fuggire, si ma dove?? Zazà!”

Milano chiama Maracaibo. Siamo nei primi anni ’70 e all’università del capoluogo lombardo studia una giovane ragazza che, forse non volendo, di lì a poco segnerà per sempre il panorama musicale mondiale. Fotografa e collaboratrice per un magazine, nonché amante della musica latinoamericana e dei ritmi caraibici, Luisa Colombo, in arte Lu, è la creatrice di quello che forse può essere considerato il tormentone per eccellenza, un brano che non può mancare in nessuna playlist ad un party o per una serata in discoteca, un brano costituito da un titolo secco, semplice e facile da ricordare: Maracaibo.

Lu Colombo, autrice del pezzo

Lu Colombo, autrice del pezzo

“Il titolo?? Fu una scelta casuale per ricordare qualcosa di esotico. Maracaibo è una città venezuelana che grazie al pezzo divenne famosissima in tutto il mondo. Quello che in realtà la gente non sa è che, a dispetto di quanto si crede, non è un posto da favola ma un luogo brutto e pieno di pozzi di petrolio.” Ad affermare quanto appena scritto durante un’intervista è la stessa autrice che, in collaborazione con David Riondino, nel 1975 inizia a lavorare ad una base folkloristica e molto ritmata in stile samba brasiliana e perfettamente allineata con il sound dell’epoca. Ne viene fuori un loop musicale trascinante e facilmente “udibile” che viene ulteriormente esaltato da un testo altrettanto coinvolgente e canticchiabile fin dal primo ascolto.

La leggenda di Fidel Castro e di una trafficante d’armi…

La parte lirica narra per filo e per segno una presunta storia d’amore , diventata negli anni una leggenda mai confermata nè smentita, che avrebbe avuto come protagonisti il dittatore Cubano Fidel Castro ed una trafficante d’armi di nome Zazà. A causa della perenne assenza del Líder máximo, che nel pezzo sembra impegnato “in cordigliera da mattina a sera”, la bella trafficante decide di tradirlo con un collega conosciuto tra le “casse di nitroglicerina”. Scoperto l’arcano l’ingelosito Fidel costringe la bella Zazà a fuggire per mare dopo averle sparato “quattro colpi di pistola”. “Fuggire, si ma dove??” La meta è scelta è proprio la città venezuelana di Maracaibo, dove la giovane trafficante si stabilisce definitivamente e apre una “casa di piacere per stranieri”, tra mulatte, rhum e cocaina.

Il testo, come ha affermato la stessa Lu Colombo, viene da sempre travisato forse perchè raccontato utilizzando un ritmo festoso, totalmente distante da  armi, omicidi o  droga, ma in realtà è una storia pesante e altrettanto spietata che avrebbe potuto guadagnarsi una fama  scomoda. A tal proposito, per evitare problemi relativi alle interpretazioni, la stessa autrice ha più volte affermato che, pur basandosi ad un aneddoto veritiero, “quella di Maracaibo è semplicemente la storia complessa di una donna che passa attraverso mille traversie, ma alla fine ce la fa. Non c’è nient’altro.” 

La copertina del disco originale

La copertina del disco originale

Evidentemente non erano della stessa idee le case discografiche all’epoca in cui la canzone venne composta. Maracaibo, infatti, è stata ultimata ufficialmente nel 1975, ma ha visto la luce effettiva solo nel 1981 a causa degli innumerevoli rifiuti delle case discografiche che ritenevano il testo del brano troppo scomodo.

Per ovviare a quest’ulteriore problema, l’edizione finale fu censurata sostituendo l’originario Fidel della lirica con un più affabile e semplice Miguel. Ma i problemi per l’autrice non sono terminati neanche in seguito a questo accorgimento. ” È un pezzo che mi ha “fatta a pezzi”, causandomi un notevole danno di immagine”. Il riferimento della Colombo è a Raffaella Carrà che, dopo aver inscenato un balletto sulle note del pezzo durante una trasmissione televisiva, è stata ritenuta per diverso tempo dal pubblico l’autrice primaria del brano, in una sorta di “falso storico” risolto solo alcuni anni fa.

Dopo la sua pubblicazione Maracaibo ha spiccato definitivamente il volo per non fermarsi più scalando le classifiche musicali di tutto il mondo fino a diventare un evergreen della disco music. Un successo, sicuramente inaspettato dall’autrice, e che ha le sue fondamenta in parte anche nel pool di musicisti di primo calibro che presero parte al progetto. “La versione di Maracaibo che ancora oggi passa per le radio – racconta sempre Lu Colombo – “fu incisa in un piccolissimo studio di registrazione, roba da dilettanti. Incredibile come si formò invece il gruppo di strumentisti. Come fonico si offrì quello di Steven Spielberg che passava in Italia per lavorare coi Pooh; la chitarra la suonò Steve Hopkins, una sorta di re Mida della pop music, visto che era produttore dei Bee Gees; le percussioni furono suonate dal vincitore del festival della musica panafricana.”

Di seguito è possibile è ascoltare una delle versioni dal vivo più recenti del brano eseguita durante un programma televisivo:

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