21 Maggio 2016 - 11:06

Istat, risultati rapporto 2016: l’Italia non è un Paese per giovani

Giorgio Alleva, presidente dell’Istituto nazionale di Statistica, presenta il nuovo rapporto Istat 2016, fotografia di un’Italia in cui sono i bambini a pagare caro  il prezzo della crisi

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Il rapporto Istat 2016 presentato da Giorgio Alleva parla chiaro. L’Italia ha attraversato un periodo di forte recessione, rispetto alla quale sta tuttavia sperimentando un primo momento di crescita, anche se fragile.

Uno degli aspetti più preoccupanti resta la difficoltà del cambio generazionale tra giovani ed anziani nel mondo del lavoro. Oltre ad un lento andamento dei prezzi e ad un andamento del mercato del lavoro debole, la principale causa riguarda la scelta dei settori. Come si legge nel rapporto, infatti “mentre i giovani entrano soprattutto nei servizi privati (319 mila nei comparti del commercio, alberghi e ristoranti e servizi alle imprese, a fronte dei 130mila in uscita), in altri settori le uscite non sono rimpiazzate dalle entrate (125mila escono da pubblica amministrazione e istruzione contro 37mila entrate)“.giovani

Il risultato è che, attualmente, 6 giovani su 10 vivono ancora con i genitori, dato che riguarda il 68% dei ragazzi ed il 57% delle ragazze. Indicativo anche il dato che vede il 42,6% dei giovani italiani desiderosi di andare a vivere all’estero.

Ma se l’Italia non è un Paese per giovani, lo è ancora meno per i bambini, prime vittime della crisi. A causa del precariato e delle scarse opportunità di lavoro, i genitori hanno sempre maggiori difficoltà a sostenere il peso economico della prima fase del ciclo di vita familiare. Ciò ha fatto slittare l’incidenza di povertà relativa per i minori al 19% nel 2014. Altra conseguenza è l’aumento dell’età media alla quale gli italiani decidono di sposarsi: al 2014, questa è arrivata a 34,3 anni per gli uomini e a 31,3 per le donne. Il numero di figli per donna è invece in sensibile diminuzione, attestandosi ad 1,5. Gli italiani, dunque, preferiscono posticipare i progetti familiari in attesa di maggiore stabilità economica e lavorativa.

Dal rapporto Istat 2016 emergono anche alcune interessanti curiosità.

Nonostante in Italia il problema dell‘obesità tra gli adulti sia meno diffuso rispetto agli altri Paesi europei (diversamente dalla diffusione del sovrappeso tra bambini e adolescenti che è invece tra i più alti in Europa), le percentuali stanno iniziando ad aumentare, specialmente tra i maschi. Segnali positivi arrivano invece dalla pratica di attività sportive, che risulta maggiore tra le nuove generazioni rispetto alle precedenti.

Altro segnale positivo, dovuto probabilmente a continui rincari nei prezzi, è una sensibile riduzione nel consumo di tabacco.

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