Jacobs e Tamberi scrivono la storia: l’olimpo dello sport vi attende
Gimbo e Jacobs regalano due storici ori all’Italia a distanza di 10 minuti l’uno dall’altro, riscrivendo la storia dello sport italiano
Oggi, 1 agosto 2021, in un pomeriggio rovente di mezz’estate, abbiamo visto scrivere la storia dello sport italiano grazie al doppio oro di Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi, rispettivamente nei 100 metri e nel salto in alto.
Le sensazioni alla vigilia era buone ma alzi la mano chi si sarebbe aspettato un finale simile. Gimbo e Marcell sono entrati a pieno titolo nell’Olimpo dello Sport, quel luogo appartenuto ai più grandi, un luogo in cui non si è più solo uomini ma “semplicemente” leggende.
Mai lo sport italiano aveva vissuto una giornata simile. Un italiano in finale delle specialità regina delle Olimpiadi, la gara per eccellenza, era pura utopia. 100 metri, metafora perfetta della vita di un atleta, poco meno di 10 secondi capaci di far trattenere il fiato al mondo intero.
Le semifinali del mattino avevano fatto sperare in una medaglia ma, da lì a prenderla davvero il salto è lungo. Ore di attesa, l’ansia che sale, per arrivare al momento culmine di una carriera, di anni di sacrificio, di notti insonni a sognare quella medaglia. Poi sei lì, ai blocchi di partenza, la mente svuotata da qualsivoglia pensiero, ti guardi attorno, pochi attimi di silenzio surreale prima del colpo dello starter e… 3… 2… 1…
9.80 secondi di pura umanità, di un ragazzo cresciuto senza padre che nell’atletica ha trovato la sua dimensione, il suo posto nel mondo. La medaglia è quella più bella, quella che a sognarla ti sembra quasi di prenderti in giro da solo, quell’oro splendente che neanche il più ottimista avrebbe saputo pronosticare.
E poi c’è lui, Gimbo, la forza di volontà fatta persona, un’atleta che all’apice della sua forma si è dovuto fermare appena un mese prima di Rio e da quell’Olimpiade tanto sognata. Tamberi il countdown verso Tokyo 2020 (poi divenuto 2021) lo ha iniziato prima di tutti, scritto a caratteri cubitali su quel maledetto gesso che gli aveva impedito di coronare il sogno di una vita.
Cinque lunghissimi anni fatti di riabilitazione, di ricadute, di up e down psicologici per poi tornare a livelli “accettabili” per il suo ego. Half Shaved in questo percorso è maturato, ha cambiato la sua tecnica per non sforzare troppo la caviglia infortunata, ha dovuto cominciare tutto da capo ma con la mente fissa ad un unico obbiettivo: la finale olimpica.
Come nelle più belle favole, che solo lo sport può regalare, quella finale è arrivata e Gimbo è stato praticamente perfetto. Ha saltato al primo tentativo fino ai 2.37 metri, prima di sbagliare tutti e tre i tentativi con l’asticella fissata a 2.39.
Ma gli dei dello sport erano lì, pronti a portarlo nelle leggenda. Anche Barshim, vero fuoriclasse di questa specialità, si ferma alla stessa misura di Gimbo, scegliendo di dividersi un’oro che per i due campioni ha certamente un sapore diverso.
Quell’abbraccio alla fine della gara di Jacobs, poco meno di 10 minuti dall’impresa dell’altro azzurro, con Tamberi pronto ad aspettarlo al traguardo, è un’opera d’arte, poesia in movimento che è già entrata a pieno titolo nella storia sportiva del nostro Paese.
Il cielo sarà pure quello di Tokyo, ma questa notte nipponica di mezz’estate è tutta Italiana!
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