18 Gennaio 2016 - 11:05

Junker: “Renzi offende la Commissione Europea”

Jean-Claude Junker e Matteo Renzi

Il presidente Jean Claude Junker risponde duramente alle ultime esternazioni del premier italiano, difendendo l’operato della sua Commissione. Renzi: “È finito il tempo in cui Bruxelles telecomandava l’Italia”

[ads1] Jean Claude Junker è un uomo estremamente abile ed esperto. Avvocato, a soli 28 anni è stato nominato vice Ministro del Lavoro, ha ricoperto la carica di primo Ministro del Lussemburgo dal 1995 al 2013. Nel contempo, non ha mai smesso di essere protagonista delle vicende europee, incarnando a pieno la forma mentis neoliberista, quella ricetta intrisa di flessibilità, liberalizzazione, progressiva perdita di contrattazione degli Stati Nazionali, riduzione dello spazio collettivo e politico a favore del puro tecnicismo economico, che oramai ha egemonizzato, in termini letteralmente gramsciani, l’agenda sovranazionale.

Un presidente deciso a preservare non soltanto l’operato della Commissione Europea, ma soprattutto la presunta moralità di chi opera in vista del benessere di un intero continente, costellato da identità, interessi, storie economiche e politiche a tal punto eterogenee che sembra davvero ardua impresa comprendere, almeno concettualmente, la tipologia di benessere a cui le istituzioni europee ambiscono.

Una risolutezza mostrata in più occassioni. Nel 1999, in un’intervista rilasciata alla rivista tedesca Der Spiegel disse “Noi prendiamo una decisione in una stanza, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo di vedere cosa succede. Se non provoca proteste o rivolte, è perché la maggior parte delle persone non ha idea di ciò che è stato deciso; allora noi andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno”. Nel 2016, dinanzi alle provocatorie dichiarazioni di un giovane Primo Ministro Italiano, ha palesato la medesima autorevolezza e nonchalance.

Ma cos’è che ha definitivamente alterato i rapporti tra il maestro Junker e l’inesperto e indisponente allievo Renzi, tanto da richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica? I fondi destinati all’immigrazione, e la flessibilità dei debiti pubblici. Rispetto alla prima questione, la frizione è sui 3 milioni di euro richiesti ai singoli Stati, per la gestione, in forma concertata, con la Turchia dei flussi migratori. Il governo Italiano ha posto il proprio veto, nonostante abbia sempre condannato l’estrema cedevolezza europea sul tema. Il ministro Padoan è intervenuto, spiegando che l’Italia “vuole chiarezza circa l’uso delle risorse”

Il punto che ha provocato lo scontro è un altro: Matteo Renzi ha più volte affermato che la flessibilità, circa la gestione dei conti pubblici, è arrivata grazie alla mediazione italiana, in alternativa alla politica di austerity imposta dalla Troika. Inoltre, in un’intervista rilasciata al tg5, ha dichiarato che l’Italia “non si farà intimidire. Merita rispetto”. Un atteggiamento che ha destato fastidi tra chi quella flessibilità l’ha concessa.

Insomma, un conferimento ad Honorem di troppo, che potrebbe irrigidire la posizione lassista di Junker, soprattutto in vista della prossima pubblicazione dei pareri della Commissione sulla legge di Stabilità, contenenti le disposizioni sulla risoluzione della crisi bancaria italiana.

La prudenza, in taluni casi, è una virtù. [ads2]