Le tre lezioni che imparerete guardando Klaus su Netflix
Su Netflix sono già arrivate le Feste Comandate: è in streaming il film di animazione Klaus-I Segreti del Natale dal creatore di “Cattivissimo me”
Il cantante Marco Mengoni, lanciato da X Factor esattamente dieci anni fa, quest’anno si è concesso in maniera estremamente decisa al doppiaggio: prima nel kolossal “Il Re Leone” e, in tempi più recenti, nel film “Klaus – I Segreti del Natale”.
La pellicola, per la regia del creatore di “Cattivissimo Me” Sergio Pablos, è stata rilasciata questo 15 Novembre su Netflix, e in essa il cantante di Ronciglione presta la voce al postino Jesper, un aspirante postino che per punizione viene mandato su un’isola sperduta del circolo polare artico i cui abitanti sembrano aver dimenticato cosa voglia dire vivere in comunità, esserci gli uni per gli altri.
La missione di Jesper, prima ispirata da un egoistico senso di sopravvivenza, sarà riportare alla luce il buono che c’è dentro ognuno di noi, e lo farà stringendo un’inizialmente strana alleanza con il falegname e giocattolaio Klaus (che ha la “stazza vocale” di Francesco Pannofino) il quale consegnerà al nostro giovane protagonista la morale del film:
Ogni atto di buona volonta’ ne ispira sempre un altro
Il bene è come un seme, genera un effetto a catena che coinvolgerà anche la disillusa maestra Alva (Ambra Angiolini) attraverso la quale lo spettatore impara l’altra grande lezione di cui il film si fa portatore: “Ognuno di noi ha un dono, una missione, un sogno ed è giusto che lo insegua”.
Il cast vocale italiano di Klaus è completato da Neri Marcorè (il padre di Jesper) e Carla Signoris che è Miss Krum, la vera cattiva di questa storia, portabandiera di uno dei clan le cui lotte interne animano il paese di fantasia in cui è ambientata la storia.
Le grandi domande sul Natale
Prima che della Magia del Natale, “Klaus” parla piuttosto delle Origini del Natale, provando ad immaginare dove e come siano nati tutti quegli aspetti rituali che ne fanno da secoli la festa più amata dai più piccoli, tentando una risposta a tutte le loro grandi domande: se Babbo Natale era grosso, come faceva a passare attraverso tutti i camini? E perchè ha deciso di accompagnarsi proprio a delle renne? E come è diventata d’uso comune l’idea di lasciare per lui un bicchiere di latte e dei biscotti? E il suo costume, perchè proprio rosso? Chi glielo ha cucito?
Il film, come tutti quelli che proliferano in questo periodo dell’anno, non pretende di essere guardato con la testa, ma solo con il cuore perchè dentro ognuno di noi c’è sempre una fiammella che si accende in fondo al cuore, la vera vittoria sarebbe lasciarla accesa per quanto più tempo possibile e non solo a Natale.
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