La bella addormentata nel bosco, un classico intramontabile
I maghi dell’animazione Disney trasformano la fiaba de La bella addormentata nel bosco in una spettacolare avventura ricca di romanticismo
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Le fiabe, si sa, sono immortali per definizione e La bella addormentata nel bosco non fa eccezione. A più di cinquant’anni di distanza ogni accusa contro personaggi banali e vuoti cade nel nulla, il film mantiene intatto il suo fascino e la sua capacità di coinvolgere muovendosi in una continua lotta tra bene e male.
Il film d’animazione, liberamente ispirato alla fiaba di Charles Perrault La Belle au Bois dormant, uscì nel 1959, ma la sua gestazione fu lunga e travagliata. Aurora è il nuovo personaggio disneyano in competizione con Biancaneve, il cui film uscì nel 1937, e con Cenerentola, la cui pellicola risale al 1950. I disegnatori si trovarono dinnanzi all’arduo compito di riuscire a delineare la personalità della principessa usando dei tratti che fossero percepiti dal pubblico come originali. Il lavoro di creazione e produzione della pellicola durò circa otto anni e venne considerata la produzione più costosa mai realizzata fino ad allora per un cartone animato, circa 6 milioni di dollari spesi.
Primo film realizzato in SuperTechnirama 70 (una tecnica attraverso la quale si dilata otticamente l’immagine a 70 mm in fase di proiezione) fu il maggior risultato in campo stilistico e tecnologico raggiunto dagli Studi Disney fino a quel momento. Non si tratta solo di un film d’animazione, ma di una “mostra” in cui gli spettatori possono perdersi dinnanzi a illustrazioni uniche nel loro genere, oggi sostituite dalla grafica digitale.
Quando si pensa alla storia della principessa Aurora, alla terribile maledizione lanciata da Malefica e alle tre fatine buone (Flora, Fauna e Serenella) il pensiero corre immediatamente al prodotto firmato Disney. Aurora non lo sa, ma è promessa a Filippo, fin dalla tenera età. I rispettivi padri, Re Stefano e Re Uberto, desiderano infatti unire i loro regni e le nozze dei loro eredi diventano il pretesto affinché ciò si avveri. Ma sul regno e sul destino felice dei due piccoli principi si scatena la furia diabolica di Malefica, la fata cattiva, che non invitata ai festeggiamenti per la nascita di Aurora, condanna la piccola a essere vittima di un sortilegio: “La principessa, in vero, crescerà in grazia e bellezza, amata da tutti coloro che la circondano. Ma… prima che il sole tramonti sul suo sedicesimo compleanno, ella si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio, e morrà!”. Il dono delle terza fatina rappresenta l’ultima speranza per la piccola Aurora: “Se la triste profezia si avverasse, bimba mia, non per questo morirai, ma nel sonno tu cadrai. E il tuo sonno cesserà se l’amor ti bacerà“. Le tre fate proteggeranno la principessa – a cui daranno il nome di Rosaspina – portandola via dal palazzo, facendola crescere in una casetta nel bosco come una contadina. Malefica cercherà in lungo e in largo la fanciulla, affinché si compia il maleficio prima dello scadere del suo sedicesimo compleanno, ma dovrà affrontare il coraggioso principe Filippo, disposto a perdere la vita pur di salvare la sua amata. Lo scontro tra il bene e il male si conclude con la sconfitta di Malefica e il trionfo del giovane principe il cui bacio farà risvegliare Aurora.
Dal punto di vista della scrittura e dell’adattamento, La bella addormentata nel bosco non si distacca troppo dalle due fiabe precedenti. Ancora una volta la principessa e il principe sono i personaggi meno curati e approfonditi, e tutta l’emotività poggia sui protagonisti secondari del film. Come per Biancaneve e Cenerentola, anche Aurora è un personaggio quasi neutro, che subisce tanto le minacce quanto la salvezza finale. Lo stesso per Filippo, che pur essendo il primo principe ad avere un nome e a parlare (anche se da metà film in poi non avrà più battute) rimane comunque ben poca cosa rispetto agli altri. Spiccano invece le quattro fate, quelle buone e la cattiva. Malefica è un personaggio concepito e animato in modo fantastico, probabilmente il cattivo migliore e più carismatico in assoluto.
I numeri musicali, tranne poche eccezioni, non sono un semplice sottofondo alle scene d’azione, ma veri momenti surreali nei quali la musica magicamente si alza dal nulla, viene percepita dai protagonisti e li guida, animando danza e canto.
Il risultato è uno spettacolo godibile con lo stesso fascino di sempre a tutte le età.
“So chi sei
vicino al mio cuor
ogni or sei tu
so chi sei
di tutti i miei sogni
il dolce oggetto sei tu
anche se nei sogni è tutta illusione e nulla più
il mio cuore sa che nella realtà
da me tu verrai
e che mi amerai ancora di più!”
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