La bella addormentata nel bosco che aveva perso i sogni
“La bella addormentata nel bosco” è il sedicesimo lungometraggio animato dei Classici Disney. Nonostante la sua immensa popolarità, il film all’uscita fu un flop. Rischiò persino di far chiudere lo studio della Disney
Lo studio Disney ha rivoluzionato grazie ai suoi classici il mondo del cinema. Portare l’animazione sul grande schermo fu la grande scommessa di Walt Disney. Una scommessa contro il tempo, visti i continui lungometraggi sfornati dallo studio californiano.
Non tutti i classici però hanno riscosso lo stesso successo. Dopo il grande successo al debutto con Biancaneve e i Sette Nani, la Disney ha affrontato una crisi economica per quanto riguarda la distribuzione cinematografica.
Gli anni della guerra infatti hanno messo a dura prova i successi di classici come Pinocchio, Dumbo e Bambi.
Non c’è lieto fine senza spine
La storia de L’addormentata del bosco è stata reiterata e riprodotta in molteplici versioni, sia prima che dopo Disney.
Nonostante lo studio californiano ne abbia accresciuto la popolarità, l’opera dello studio data 1959 riscosse molteplici recensioni contrastanti.
Tra tutti i problemi, spiccò l’entusiasmo che Walt Disney mostrò nella realizzazione di questo film. Il magnate dei cartoni si è sempre contraddistinto per il suo lavoro oculato e perfezionista nelle realizzazioni. Sorprende dunque constatare che il prodotto di cui stiamo parlando non è stato supervisionato da Walt Disney.
Molte scelte narrative infatti presenti in La Bella addormentata nel bosco sono state ripristinate da quelle cestinate per Biancaneve.
Dal morso della mela si passò alla punta di un ago per una principessa mai diventata iconica. Infatti un altro grande problema è il timescreen della protagonista Aurora. È al quanto inspiegabile come la principessa protagonista della pellicola sia presente per soli 18 minuti del film.
Come lei, anche gli altri personaggi della fiaba peccano di poca profondità caratteriale. Elemento che fece storcere più nasi della critica.
Il malefico mercato
Più di ogni altra cosa, La bella addormentata nel bosco peccò al botteghino. Ciò costrinse la Disney a ricalibrare i suoi obiettivi, ricercando storie di diversa natura per l’immaginario collettivo.
Probabilmente la fiaba non era più un genere auspicabile per le grandi masse già al finire degli anni cinquanta, infatti per riportare la figura principesca sul grande schermo ci vorranno circa trent’anni (La Sirenetta).
Ma siccome tutti i mali non vengono per nuocere, lo studio californiano ebbe il coraggio e soprattutto la competenza di sapersi aggiornare nell’immediato futuro. Probabilmente grazie al flop di La bella addormentata nel bosco la Disney non avrebbe cambiato se stessa e con essa, il mondo dell’animazione all’interno del grande cinema.
A un passo dalla chiusura, Walt e i suoi si dimostreranno capaci di portare sul grande schermo altri grande storie. Non necessariamente fiabesche, non necessariamente ricche di magia con principi e principesse, non necessariamente alla ricerca del lieto fine.
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