1 Marzo 2015 - 10:09

Lana Newstrom: esiste l’arte invisibile?

Lana Newstrom alla Schulberg Gallery di New York. Che cosa succede se l’opera d’arte è invisibile? L’ennesima provocazione sul mondo dell’Arte Contemporanea

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Lana Newstrom è stata al centro di diverse discussioni degli addetti ai lavori, come dei social, per una “trovata” artistica davvero provocatoria. Pareti vuote e gente che fa la fila per vedere il loro vacuo essere muri, solo perché una giovane artista ventisettenne, Lana Newstrom, ha pensato d’inventarsi l’arte invisibile. Per i più curiosi esiste anche un catalogo di opere invisibili sul suo sito, messe in vendita, e un agente che parla di cifre astronomiche.

Lana Newstrom si appella alle profonde motivazioni dell’Arte Concettuale degli anni Settanta, con molti che gridano alla riapertura di una discussione ontologica sull’arte di livello rivoluzionario pari a quella intavolata dall’artista Marcel Duchamp e dal filosofo Arthur Danto, ma, ai più, sembra solo una ricerca di visibilità. Secondo le dichiarazioni d’intenti di Lana Newstrom Solo perché non vedi niente, non significa che non abbia speso ore di duro lavoro per creare un pezzo molto particolare. “L’arte è immaginazione, e questo è quello che chiedo alla gente di fare. Devi immaginare il dipinto o la scultura che stai ammirando”, aggiunge la Newstrom.

La vera mostra usata per il fake su Lana Newstrom

La vera mostra usata per il fake su Lana Newstrom

Essendo questi i fatti, viene da chiedersi che cosa abbia visto il pubblico, cosa sia stato capace di apprezzare oltre l’evento in sé, tra chiacchiere, buffet e mondanità. Peccato che tutta la storia non sia altro che una bufala ideata, con tanto di foto ritoccate, sito web e intervista, dai radiofonici americani Pat Kelly e Peter Oldring nell’autunno 2014. Dopo la falsa esposizione, con tanto di retorica moralista del pubblico, di El ojo del culo al museo portoghese Serralves, un nuovo fake che aveva scatenato l’ira della rete questo ottobre e che ora ritorna preponderante tra “cinguettii” e post sui social.

C’è una grande verità dietro quest’operazione: la condivisione e l’ironia che l’accompagnava, a ottobre come in questi giorni, è indice di un mondo, quello dell’arte contemporanea, spesso incompreso dalla massa, e per questo deriso. D’altronde affermava Joseph Kosuth: In un certo senso, l’arte può essere seria come la scienza o la filosofia. Può essere interessante o no, dipende dal fatto che ne siamo più o meno informati.

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