Le iene: si può curare l’Alzheimer con la cannabis terapeutica?
Le iene: si può curare l’Alzheimer con la cannabis terapeutica? Secondo Giovanni sì. Ecco come da anni un particolare olio da lui realizzato fa stare meglio la madre 91enne
Nel servizio andato in onda ieri sera, 26 novembre, le Iene ci hanno mostrato il singolare caso di Giuseppe, che da anni cura la madre con un particolare olio.
La donna malata di Alzheimer, ha 91 anni e ormai il figlio prepara questo particolare olio a base cannabis terapeutica per curarla.
Per la preparazione, i fiori di marijuana vengono sminuzzati e poi, come racconta Giuseppe all’inviato Dino Giarrusso, questi, essendo liposolubili, a contatto con il calore si sciolgono in sostanze come l’olio d’oliva. L’uomo è così costretto ad improvvisarsi farmacista e a commettere una serie di reati: coltivazione e somministrazione della cannabis per una malattia per la quale la cannabis terapeutica non è prescrivibile.
Giuseppe ha deciso però di continuare lo stesso, perché la madre da quando prende un cucchiaio di olio di cannabis ogni mattina, non ha più l’atteggiamento aggressivo e le crisi che la malattia comporta.
La sua avventura è iniziata quando vedendo la madre peggiorare la portò in ospedale; qui le prescrissero una classica cura a base di psicofarmaci e tranquillanti che la costringevano a letto 20/22 ore.Deciso a trovare un metodo alternativo si è imbattuto nella cannabis terapeutica e ha deciso di sperimentarla.
Cosa ne pensano gli esperti
Durante il servizio sono intervenuti il professore Maurizio Arena e la professoressa Maria Barcellona ed entrambi hanno spiegato come da un punto di vista scientifico la cannabis aiuti le cellule sane e rallenti lo sviluppo di quelle malate.
La prescrizione della cannabis per uso terapeutico sarebbe un vantaggio anche dal un punto di vista economico: le cure per un malato di alzheimer si aggirano intorno ai 300 euro al mese, con la cannabis almeno la metà.
Da anni invece, il professore Carlo Previtera segue alcuni pazienti che vengono curati con la cannabis terapeutica e ha spiegato come quest’ultima non generi dipendenza, anzi a lungo andare le dosi devono anche essere diminuite.
Ma allora perchè non prescrivere la cannabis per i malati di Alzheimer?
“Perchè l’alzheimer è un business, un grosso business” risponde così la professoressa Barcellona.
Il business a cui si fa riferimento è quello delle case farmaceutiche, tra cui ancora nessuna ha deciso di investire in questo metodo alternativo;altro problema è che se anche i medici siano autorizzati a prescriverla, lo stato ne prevede la vendita di soli 300kilogrammi all’anno e a giugno la maggior parte dei pazienti resta già senza.
Per questo, persone come Giuseppe che incentivano la criminalità organizzata, rischiano il carcere pur di aiutare i propri cari.
A dare sostegno spirituale a Giuseppe e alla sua famiglia in questi anni c’è stato Padre Salvatore Resca al quale sono state fatte alcune domande sulla questione. In risposta afferma: “Il bene dell’uomo è ciò che vuole Dio, per quale motivo lo stato non deve farlo o se lo fa deve rendere difficilissimo l’acquisto tanto da comprarla al mercato nero o dagli spacciatori?”
Comprarla per strada è anche molto pericoloso, all’interno potrebbero esserci sostanze nocive ed è per questo che Giuseppe ha deciso di auto denunciarsi in tribunale.
La sua speranza è quella di avere un processo nel minor tempo possibile di essere assolto o in caso contrario di far “aprire un caso nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica al fatto che curare qualcuno non può essere un reato”.
La risposta della Lorenzin
La questione è stata presentata anche al ministro della salute Beatrice Lorenzin; in risposta ha dichiarato che un gruppo di esperti sta valutando se gli effetti positivi sull’alzheimer siano veritieri o meno.
In tal caso la malattia verrebbe inserita nell’elenco di quelle in cui la cannabis terapeutica è prescrivibile e la produzione sarebbe incrementata.
Clicca qui per vedere il servizio.
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