1 Luglio 2018 - 20:47

“Love, Simon” o come scendere da una ruota panoramica su cui saliamo tutti (lo sapevate?)

Love, Simon

“Love, Simon” è uno dei film più acclamati negli USA del 2018. Simon ha un segreto e la sua vita felice da studente è una sciarpa che prima o poi strozza

Esistono film i cui titoli in italiano non riescono a cogliere l’essenza degli originali in inglese. Pensate a “Se mi lasci ti cancello”, traduzione di “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”. Il senso della pellicola è completamente annullato, divorato da una serie di parole che fanno pensare di più ad una commedia romantica con protagonista Raul Bova piuttosto che al film vincitore di un premio Oscar del 2005. Ecco, “Tuo, Simon” è un altro titolo ingannatore: la versione inglese è “Love, Simon” e chiunque abbia un livello di confidenza con l’inglese superiore all’imbarazzante “the cat is on the table” sa che la migliore resa stilistica in italiano sarebbe “Con amore, Simon”. Il senso di quest’ora di storia è proprio nell’amore citato già sulla locandina ufficiale.

L’adattamento cinematografico del libro “Simon VS the Homo Sapiens Agenda” di Becky Albertalli tratta di un giovane prossimo al diploma con una vita estremamente normale. Il diciassettenne ha una famiglia all’avanguardia, ma decisamente simile a tutte quelle da copertina che si possono incontrare anche solo facendo zapping alla televisione, degli amici con cui beve un po’ troppo che sembrano usciti da una puntata di Degrassi e un segreto: è gay. Il punto è che l’insieme di cose potrebbe sembrare dannatamente noioso durante i primi minuti del film. La cosa vale per un pubblico adulto, ma potrebbe tranquillamente esser lo stesso per un adolescente nemico giurato dei luoghi comuni. Il bello di questa storia, però, è proprio questo: afferra una serie di dati scontati, di banali conversazioni sul tempo e sulle mezze stagioni che non ci sono più e li usa come sfondo per raccontare la vita segreta di qualcuno che nonostante tutto si sente “come prigioniero di una ruota panoramica”.

“Love, Simon” è un film di ragazzi che parla ai ragazzi con una semplicità ed una freschezza che diventano quasi difficili da digerire. L’attore protagonista è Nick Robinson, che ha saputo rendere perfettamente suo il ruolo nonostante la sua età lo tenga abbastanza distante dalle vicende raccontate. Tutta la costruzione del film è come il giro sulla ruota panoramica descritto nei primi minuti. Blue cambia volto continuamente e le persone attorno a Simon sembrano destinate a muoversi seguendo un copione che invece stracciano con maestria. La cosa più bella della visione è stato vedersi smentiti ad ogni scena e capire soltanto alla fine che nonostante il titolo parlasse chiaro, non si aveva compreso davvero niente del senso di quel film.

Perché è vero, c’è l’amore in praticamente tutte le scene del film, come in tutte quelle commedie romantiche che dite di non aver mai visto ma che vi piace guardare e riguardare durante le feste di Natale con la solita scusa “alla tv non fanno mai niente e vuoi mettere le risate che ti fai?”. E’ vero, c’è quell’amore lì, ma è tutto il contrario di quello che penseresti, leggero e importante allo stesso tempo. C’è l’amore che ha tanti volti e che delle volte viene inquadrato in delle cornici che sembrano rosa, decorate con accettazione ed affetto, ma che in realtà sono soltanto l’ennesima etichetta che fa soffrire chi parla. Perché anche il troppo affetto può trasformarsi in una definizione scomoda come un’altra se non stiamo attenti. Perché anche le vite da copertina hanno al loro interno parole che bisogna leggere. Perché anche le ruote panoramiche delle feste di paese sono piene di luci e di musica, ma vanno prima su e poi giù, come certi esseri umani. Bisogna accettare che ci sia un sopra e sotto, il trucco che svela Simon forse è quello. Bisogna imparare a strappare i canovacci degli altri. Bisogna guardare oltre le luci sfavillanti o anche solo oltre l’immaginario comune dell’affermazione di sé in un contesto che non ti apprezza, perché anche una bella sciarpa, se legata troppo stretta, ti strozza. Bisogna accettare che alla fine anche Blue sia un po’ un clichè. Bisogna riderne, perché a volte non c’è niente di più fuori dal normale di una “persona, proprio come te”. 

Love, Simon

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