M5S: ecco Luigi Di Maio, il Giustiziere della Notte
Il vicepremier del Movimento 5 Stelle attacca, tra le righe, Paola Nugnes e Alessandro Di Battista. Ormai restano in pochi a sostenere l’operato di Di Maio
Un Movimento che poteva essere la realtà più “consolidata” della politica italiana recente, e che invece si ritrova coinvolto in un’implosione gigantesca. Luigi Di Maio, dopo l’audio “rubato” in cui attacca Alessandro Di Battista e la notizia dell’uscita dal M5S della senatrice Paola Nugnes, attacca tramite un post su Facebook. Non solo: chiarisce le sue posizioni e, in preda ad un delirio di onnipotenza, loda il proprio operato e non risparmia nessuno. Nemmeno la Lega di Matteo Salvini.
“Il Movimento 5 Stelle sta governando da un anno la settima potenza mondiale e la seconda forza manifatturiera d’Europa: l’Italia. Ogni giorno, quando agiamo come forza politica, abbiamo la responsabilità di 60 milioni di italiani e spesso, esercitando il potere di veto, di 500 milioni di europei. Nel 2018 siamo stati votati da circa 11 milioni di italiani per realizzare un programma, ma soprattutto per riportare questo Paese al posto che merita nel mondo. Il Movimento 5 Stelle alla guida del Paese mi riempie d’orgoglio, ogni qualvolta si riesce ad approvare una legge.” ha scritto su Facebook.
“Oggi vorrei soffermarmi su questo secondo punto. Quando due forze politiche si siedono al tavolo attraverso i loro capi politici, ognuno dei due deve poter garantire che sugli accordi che si prendono, i parlamentari, i sindaci, i governatori, agiranno di conseguenza. Se non è così iniziano seri problemi. Ed è anche per questo che in passato quando qualcuno che non ha votato la fiducia al Governo è stato espulso.” ha poi proseguito lo stesso Di Maio, riferendosi al caso Nugnes.
“Se si vuole tradire una promessa, bisognerebbe dimettersi non passare al misto.” ha poi chiosato. Insomma, vere e proprie frecciatine che arrivano a destra e a manca. E che coinvolgono anche il suo più fidato “amico”: Alessandro Di Battista.
Il Movimento che voleva spaccare, adesso si spacca
D’un tratto, la rabbia è scoppiata. Ma non ci si può permettere di affrontare così delle critiche. Soprattutto se quelle critiche provengono da un amico fraterno, e sono rivolte “a fin di bene” per migliorare lo stesso partito. Di Maio ce l’ha a morte, ora, con Di Battista. Ne è davvero stanco, ne ha fin sopra i capelli. Sa benissimo che è lui, in realtà, il preferito di Beppe Grillo. Che Luigi sia stato scelto per la faccia più “rassicurante” e per i modi più da “bravo ragazzo”, per fare maggior presa sul popolo, è cosa ormai nota.
Il nuovo libro di Alessandro Di Battista riesce a far scoppiare una vera e propria polveriera. Perché ha la lucidità di fare delle critiche interne, di mettere a nudo tutto ciò che il Movimento ora è diventato. Un partito “di burocrati” (secondo Dibba), che una volta salito al potere ha smarrito la sua forza, in favore di tutto ciò che aveva sempre combattuto. Una vera e propria perdita d’identità, un uniformarsi all’aspetto dell’altro partito di Governo (i leghisti) che ha portato solamente danno.
Di Battista, però, non è solo. A sostenerlo c’è tutta la “vecchia guardia” del Movimento 5 Stelle, a partire dal presidente della Camera, Roberto Fico, passando per Davide Casaleggio e concludendo addirittura col premier Giuseppe Conte. E Luigi Di Maio ha paura. Perché la coperta è sempre più corta, e dalla sua parte restano davvero solo i fedelissimi (come Bonafede, Fraccaro e la Belotti). Una squadra davvero troppo ridotta, se si vuole pensare a tornare al tempo in cui il 32,8% appariva una vittoria schiacciante.
Ma non è tutto. Perché Di Maio ce l’ha (o almeno, prova ad avercela) anche con il vampiro di turno: Matteo Salvini.
La polemica inesistente
Per la prima volta, con l’aiuto del PD, Luigi Di Maio attacca indirettamente il Viminale. Roberto Morassut, responsabile Infrastrutture della segreteria nazionale del PD, ha dichiarato che, secondo Di Maio, “Salvini avrebbe utilizzato voli di Stato per il suo lungo tour elettorale degli scorsi mesi in Italia.”
“Viste le parole così nette, il Governo ed il presidente Conte hanno il dovere di riferire alle Camere e di fare chiarezza su ogni singolo utilizzo dei voli di Stato da parte del Ministro Salvini e degli altri membri dell’esecutivo.” ha poi concluso.
Dal Viminale, naturalmente, dove sono abituati a mentire anche sul numero degli sbarchi e su dati ufficiali, nicchiano e smentiscono. Addirittura, in perfetto stile salviniano/dittatoriale, minacciano la querela a chiunque sostenga il contrario.
Ma in che pasticcio ti sei cacciato, Luigi?
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