Madrid e Toledo: il mio viaggio, la mia avventura
Lucia, ZONer trovatasi eccezionalmente in Spagna, vi porterà alla scoperta di due città iberiche splendide: Madrid e Toledo. Buon viaggio!
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Agli inizi di ottobre sono partita alla volta della Spagna e di queste due splendide città. Non vi racconterò ciò che potete trovare sui siti di viaggi o wikipedia, ma la mia esperienza personale e le mie sensazioni.
Arrivo a Madrid alle 14 e alle 14.30 sono già in albergo, situato vicino alla stazione Atocha, punto strategico per gli spostamenti, sia per la vicina fermata della metro, sia per i numerosi taxi che affollano il parcheggio antistante (i taxi a Madrid sono convenienti, partono da 2,90 € e da Atocha al centro si arriva a spendere massimo 10€; se si divide il taxi con 2 o 3 persone si spendono un paio di euro a testa, quanto un biglietto della metro).
Alle 16 incontriamo Miguel, nostra guida fuori le righe, un personaggio naif che ci accompagnerà nei meandri della città per i 4 giorni di permanenza. Inizialmente ci è sembrato duro e sgarbato, ma con il passare dei giorni abbiamo capito che di meglio non potevamo chiedere, sia per l’infinita conoscenza della città, per la sua cultura, che per l’ironia che lo contraddistingueva. Parole d’ordine “I signori mi accompagnino, adelante, adelante!”. Con lui ci spostiamo al Museo del Prado: inutile dire che ti resta nel cuore! Moderno nella struttura e classico nel contenuto con i suoi Goya, Velazquez e El Greco, gli unici sui quali ci siamo soffermati maggiormente perchè come disse Miguel “siete in Spagna e dovete vedere la Spagna, non cercate l’Italia qui” a chi chiedeva di vedere le opere di Tintoretto, Tiziano, Botticelli. E comincia la carrellata de Las Meninas, la Maja vestida e la Maja desnuda, Saturno che divora i suoi figli, le Tre Grazie, la Fucina di Vulcano, l’Adorazione dei pastori e tante altre opere che ti restano dentro, con i loro colori, con il loro significato, grazie anche alla magistrale spiegazione di Mighel. Usciamo dal museo alle ore 19.30, diretti in albergo per una cena luculliana ( insalata e seppie “scotte” con crema di cipolla): meglio andare a letto.
Secondo giorno, sveglia alle 7: mi accorgo che fuori è ancora buio pesto. Vado a fare colazione, affamata come non mai. Esco dall’albergo alle ore 8.30: è ancora buio!!! Allora parlando con Miguel lui mi dice “Qui a Madrid solo i pazzi escono prima delle 9.30, la vita qui comincia tardi e finisce tardi”: quanto era vero. A Madrid il sole sorge per tutti alle 10! Ci dirigiamo verso il Palazzo Reale, meraviglia delle meraviglie, con le sue 3418 stanze, è “il palazzo funzionante più grande d’Europa”. Peccato solo che sono riuscita ad immortalare poco, visto che le foto nella maggior parte delle stanze erano vietate. Visitiamo anche la cattedrale dell’Almudena (il nome completo in è catedral de Santa María la Real de la Almudena) , principale luogo di culto cattolico di Madrid, sede vescovile dell’omonima arcidiocesi metropolitana. Il tempio, consacrato da Giovanni Paolo II nel 1993, si trova nella centrale piazza de la Armería, di fronte al Palazzo Reale, ed è dedicato alla patrona della città, la Virgen de la Almudena.
Nel pomeriggio ci spostiamo al Museo d’arte Reina Sofia, situato nei pressi dell’albergo e della stazione Atocha. Il Museo è dedicato quasi esclusivamente all’arte moderna e contemporanea del Novecento. Impossibile non commuoversi vicino alla Guernica di Picasso, alla donna in blu e ai capolavori di Dalì e Mirò: ma a Miguel non piace molto l’arte moderna, e forse neanche a me!
Dopo la visita al Museo facciamo un giro panoramico in bus e vediamo i luoghi culto della città, passando vicino al Comune di Madrid, la fontana di Cibele, la Gran Via, Plaza Major, lo Stadio Santiago Bernabeu (con un pizzico di sarcasmo Miguel ci dice che è il museo più caro di Madrid: oltre 20€ l’ingresso!) e la Plaza de Toros, edificio nel quale si tiene la Corrida (Miguel ci informa che il prezzo varia a seconda del posto, partendo dai 10€ sino ad arrivare a 300/400 €). La cena in hotel è leggermente migliore della prima sera! Dopo cena decidiamo di prendere un taxi e andare a farci un giro alla Gran Via: uno spettacolo, un fiume di gente che affolla le strade.
Terzo giorno: Toledo! La città dista 70km da Madrid ma vale la pena visitarla. E’ definita la piccola Gerusalemme, offre un panorama pazzesco ed è una cittadina medievale nella quale hanno convissuto pacificamente per secoli tre culture: quella ebrea, quella araba e quella cattolica, tutte riconoscibili nella miscela dei vari stili presenti nelle costruzioni e nelle tradizioni della città. Attraversiamo a piedi la cittadina, passando per il quartiere ebreo e quello cattolico, ammiriamo la cattedrale e una curiosa fontana situata nella piazzetta. Un giro per i tipici negozi e ci spostiamo alla Fabbrica di Damasquinado, situata alle porte della città, vero e proprio monumento all’arte locale, consistente nella lavorazione artigianale di oro e acciaio. Avendo un intero pomeriggio libero decidiamo di mangiare la Paella nel ristorante consigliatoci da Miguel: La Barraca. Arriviamo in questo splendido ristorantino alle 15.30, sicure di non trovarci anima viva: ci sbagliamo di grosso, visto che quell’ora è paragonabile alla nostra ora di pranzo delle 13.30. A parte l’incontro con i ragazzi del Volo, avvenuto all’interno del ristorante, la parte della protagonista è affidata alla tipicità della cucina: Paella e Sangria a volontà ( tra l’altro c’è un ottimo rapporto qualità prezzo!). A pancia piena ci immergiamo in una domenica pomeriggio madrilena tutt’altro che spompa, facendo shopping nell’enorme centro commerciale El Corte Ingles. Dopo una domenica così 12 ore di riposo sono doverose!
Quarto giorno: dopo la colazione decido di visitare la stazione di Atocha, seguendo il consiglio di Miguel. La stazione è enorme, bella nella struttura, e al suo interno presenta un giardino esotico, oltre alla miriade di negozi. Alle ore 12 finisce la mia avventura spagnola, visto che mi dirigo in aereoporto.
Spero di aver attirato l’attenzione di qualcuno e di aver fatto venire la voglia di Spagna a tutti. Adiòs.
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