12 Ottobre 2015 - 12:17

Bianconi, La resurrezione della carne tra musica e racconti

Nella serata del 10 ottobre Francesco Bianconi, leader e cantante dei Baustelle, ha intrattenuto l’affollata sala delle Officine Cantelmo con un reading musicale tratto dal suo ultimo romanzo “La resurrezione della carne”

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La poesia nei jukebox”, rassegna dedicata alla musica e ai libri, quest’anno è giunta alla sua terza edizione. Svoltasi dal 9 all’11 ottobre presso le Officine Cantelmo di Lecce, la manifestazione ha coinvolto numerosi ospiti tra incontri, presentazioni e concerti; anche se, la vera attesa dei partecipanti, era rivolta a Francesco Bianconi.

Nella serata del 10 ottobre, infatti, il leader e cantante dei Baustelle, ha intrattenuto l’affollata sala delle Officine Cantelmo con un reading musicale tratto dal suo ultimo romanzo “La resurrezione della carne” (Mondadori).

Bianconi: La resurrezione della carne tra musica e racconti

Bianconi: La resurrezione della carne tra musica e racconti

La sala è piena e il pubblico è nella penombra delle luci rivolte verso il palco. Qualche strumento, un leggio ed ecco che inizia a leggere qualche passo, accompagnato dalla musica. L’atmosfera non potrebbe essere migliore e più ricercata. D’altronde, sarà lo stesso Bianconi a spiegarci, a fine lettura, il motivo di alcune sue scelte sceniche e musicali, in una chiacchierata che non manca di ilarità e particolari ammissioni.

Tutto nasce da una mia considerazione. Io faccio due mestieri: prima di fare lo scrittore, faccio il musicista. Canto in un complesso, come si diceva una volta. Però mi piace leggere, mi piace anche scrivere e ho scritto un altro romanzo un po’ di anni fa. Vado spesso alle presentazioni dei libri degli altri scrittori che mi piacciono, i cosiddetti “reading”, le letture. Devo dire che spesso mi annoio…mi dispiace dirlo. A volte vai con grandi aspettative e poi lo trovi lì, nella luce impietosa da macelleria o da sala operatoria di un megastore o di una libreria del centro di una qualche città, senza atmosfera. Ecco, quindi ti trovi a rimanere deluso dal tuo scrittore preferito e mi sono detto: “Ok, proviamo a prendere qualcosa del vecchio mestiere e a portarlo nel nuovo”.

L’azzeccata scelta stilistica di associare parole e musica, due componenti essenziali del lavoro e della vita di Bianconi, risulta essere, per espressa definizione dell’autore, uno “stratagemma” atto a non annoiare e ad incuriosire la gente. Nulla è lasciato al caso, nemmeno la selezione musicale e dei brani, come dice lo stesso cantante.

La musica di accompagnamento che avete sentito è scelta da colonne sonore di film su zombie, rigorosamente italiani, degli anni ’70 e ’80, rimaneggiate per l’occasione perché, per l’appunto, il romanzo ha in qualche modo a che vedere anche con i morti viventi.

L’altra decisione che ho preso è stata quella di leggere delle cose che fossero abbastanza brevi e che non fossero troppo narrative , che non svelassero troppo l’identità dell’assassino perché, magari, alle presentazioni arriva gente che è incuriosita dallo scrittore e non ha ancora letto la storia.

La scelta di Bianconi è stata quella di non rivelare troppo, ma le linee generali del romanzo vengono ben delineate e descritte: dosaggio degli elementi fantascientifici, ambiente, epoca e ossessioni.

Il romanzo è ambientato a Milano, cinque anni dopo l’EXPO. L’amministrazione ha deciso di cambiare la toponomastica della città e questo è l’elemento più di fantascienza, insieme al nome di qualche piatto. Ho cercato di tenere al minimo l’elemento di fantascienza. All’inizio anche la città aveva cambiato nome, non doveva chiamarsi Milano, ma Ex. […] L’idea di questo romanzo è nata dal raccontare una storia ambientata in una Milano un po’ ossessionata da qualcosa; all’inizio non avevo pensato al cibo, ma poi, semplicemente da osservatore, mi sono accorto che l’ossessione era a portata di mano: il nostro Paese prende un’idea buona e poi comincia ad arrivare il business e la follia umana.

Lo stesso tema degli zombie, che bisogna fare attenzione a non considerarlo il focus del libro, viene scelto come un altro modo per parlare di cibo. Gli zombie corrispondono alla speculare visione degli uomini del 2020.

Mi faceva gioco perché sono il simbolo perfetto in antitesi all’uomo del 2020 raccontato nel romanzo. L’uomo del 2020 non mangia più per lo stimolo di sopravvivenza o per il piacere di mangiare, ma è l’uomo che parla del piacere di mangiare.

Altra componente importante che percorre tutto il romanzo di Bianconi è la poesia. È presente nella biografia del protagonista (che da aspirante poeta si ritrova ad essere l’uomo del momento grazie ad una serie tv) e nell’incontro, segnato dai versi di Vittorio Sereni, con quella che sarà la sua futura fidanzata. Lo stesso Bianconi descrive la scena dell’incontro così:

Lui rimane molto colpito da lei. Ad un certo punto, nella conversazione, gli butta lì un verso di Sereni, che è il suo poeta preferito e lui rimane folgorato. Pensa che continua ancora a esistere la poesia e quindi questo è il primo segno della sua resurrezione. La poesia viene evocata come una sorta di paradiso perduto.

L’amore per la poesia, la sua evocazione e le velleità artistiche approdate in contesti diversi dal proprio immaginario: questi sono elementi che, ad un primo impatto, risultano condivisi dal protagonista del romanzo e dal suo autore. Dunque, sorge spontaneo chiedergli quanto di Francesco Bianconi ci sia nel protagonista.

Una parte di me ci deve essere, anche se il protagonista ha molte differenze. […] In realtà, per certi versi, io sono più simile all’antagonista. Il protagonista è, spero, molto più antipatico di me; però sì, un nesso c’è. In qualche modo vivo una sorta di complesso di colpa nei confronti del mestiere che faccio, l’ho dichiarato pubblicamente in una canzone dicendo “Vede la fine in me che vendo dischi in questo modo orrendo”.

A proposito di dischi, Bianconi e il suo complesso mancano un po’ a tutti tra il pubblico e la domanda non tarda ad arrivare: i Baustelle torneranno?

La risposta ve la offro con questo video amatoriale:

Dopo questa bella notizia la penombra scompare e le luci si accendono. Il suggestivo reading musicale è terminato. Mi viene in mente una delle cose che Bianconi ha puntualizzato ad inizio serata:

È difficile organizzare una lettura che possa non annoiare e che possa darti una suggestione tale da incuriosirti e magari leggere tutta la storia.

Osservo il pubblico soddisfatto ed ho la certezza che la suggestione di cui parlava ha permeato tutta la sala.

Ora sono curiosa di leggere il libro, e voi?

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