Maradona, grazie per il Calcio
Oggi sarebbe stato il compleanno di Diego Armando Maradona. D10S ha lasciato una voragine. Cosa resta al mondo del calcio?
Il nulla. Attualmente al calcio non resta nulla. Oggi sarebbe stato il compleanno di Diego Armando Maradona, leggasi “Natale”. Ci avviciniamo pericolosamente anche all’anniversario della sua scomparsa, che cadrà il 25 di novembre. In un calcio sempre più improntato verso la produttività e sempre meno verso il genio e le idee, cosa resta?
“Da quando Diego non gioca più”
C’era un tempo in cui a calcio si giocava per strada. C’era un tempo in cui i bambini crescevano felici senza nulla in tasca se non una pallina di carta. A quel tempo si forgiavano le leggende, e il mondo del calcio viveva la sua massima espressione artistica e sportiva per mezzo di veri e propri superuomini. Oggi quel tempo sembra essere finito: il mondo del calcio è diventato una fabbrica, dove è solo la fredda cultura del risultato a farla da padrone.
Maradona era un qualcosa di incredibile. Di trascendentale. Sarebbe riduttivo parlare di lui e delle sue gesta riducendosi semplicemente alla sfera calcistica. Lui era di più. Un uomo in grado di prendere tutto ciò che la vita avesse da offrirgli. Un uomo venuto dal nulla, con la rabbia di chi ha sofferto tanto e con la fame di chi non vuole farlo più. Ha vinto tanto, ed ha perso tutto.
Calcio, 2021
Oggi il mondo del calcio è diverso. Quando c’era l’immensa luce di Maradona ad illuminare i campi, avevano tutti qualcosa in cui credere. Oggi l’industria più grande al mondo è soltanto in grado di produrre prototipi di atleti simil-perfetti. Tutti in tiro, con il completo firmato e con manager multimilionari già all’età di dodici anni. Oggi questo calcio non è più il calcio di Diego Armando. La voglia di sfondare dei baby fenomeni non è la stessa dei campioni che venivano dal nulla. Oggi il calcio è un lavoro. D10S lo rendeva religione. Ho visto Maradona.
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