30 Settembre 2021 - 16:38

Migranti: Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace condannato a 13 anni

Mimmo Lucano

Arrestato il 2 settembre 2016, in seguito all’inchiesta delle Fiamme Gialle in merito ad alcune irregolarità nel sistema di accoglienza migranti, il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, dovrà ora scontare 13 anni e 2 mesi

Una condanna di 13 anni e 2 mesi di reclusione. Questa la decisione del Tribunale di Locri per l’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, al termine del processo denominato ‘Xenia’.

Oltre alla detenzione, l’ex sindaco dovrà restituire 500mila euro relativi ai finanziamenti ricevuti dall’Unione europea e dal Governo.

Una sentenza pesantissima per Domenico, detto Mimmo, ex sindaco del comune di Riace. Negli anni, Lucano si era distinto proprio in materia di politiche di accoglienza dei migranti, che lo avevano reso famoso nel mondo.

2016: l’arresto e le accuse

Lucano era stato arrestato il 2 settembre 2016, in seguito a un’inchiesta portata avanti dalla Guardia di Finanza in merito ad alcune presunte irregolarità nel sistema di gestione dell’accoglienza migranti. Nel 2016, il Pm aveva chiesto una pena di 7 anni e 11 mesi di reclusione. Diversi i capi d’accusa: dal reato di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, concussione, peculato, turbativa d’asta, fino alla falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La requisitoria del pubblico ministero di Locri non ha lasciato spazio a dubbi. A Riace era lui a comandare, queste le parole utilizzate dal Pm per descrivere l’operato dell’ex sindaco. L’accusa sarebbe proprio relativa alla sua amministrazione, utile esclusivamente, secondo il Pm, ad un proprio tornaconto politico-elettorale. La gestione del sistema di accoglienza migranti sarebbe così stata utilizzata come mezzo per l’ottenimento di fondi e favori, intento chiarito da alcune intercettazioni utilizzate dall’accusa durante il processo Xenia.

Era lui il dominus assoluto, la vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari. Lucano ha fatto tutto questo per un tornaconto politico-elettorale e lo si evince da diverse intercettazioni. Contava voti e persone. E chi non garantiva sostegno veniva allontanato‘ afferma l’accusa.

Lucano era così stato sottoposto ai domiciliari nell’ottobre

Lucano era stato sottoposto ai domiciliari il 2 ottobre 2018 (e non il 2 settembre 2016) dai finanzieri del gruppo di Locri che avevano eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale della città calabrese con cui si disponeva anche il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem. Le indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, erano state avviate in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico.