Milan, alza la testa: il futuro è ancora tuo
Nonostante il Derby perso e il periodo negativo, il Milan ha più di un motivo per essere fiducioso per il futuro. Ecco il perché
“Growing Pains“. Negli USA sarebbe questa l’espressione usata per descrivere la situazione attuale del Milan. Reduce da una settimana da incubo, iniziata con il tracollo inaspettato contro lo Spezia e finito con il brutto colpo del Derby, il Diavolo si è riscoperto fragile e incompiuto. In soli sette giorni i rossoneri sono passati dalla vetta della classifica ad un -4 dai rivali cittadini e l’ambiente intorno alla squadra è caduto vittima di antiche paure. Dati alla mano, la situazione non è però assolutamente tragica e irrimediabile come sembra nelle ultime ore, anzi è l’esatto contrario. “Growing Pains”, “Dolori di crescita”: il percorso per tornare al vertice del calcio italiano, e magari europeo, non è lineare e le insidie sono tante, così come sono tanti ed inevitabili gli alti e bassi. Nel calcio, si sa, i numeri non sono tutto ma possono darci un’idea sullo stato delle cose e aiutarci a fare un ragionamento lucido su passato, presente e futuro senza cadere vittime di errori di valutazioni dettate dalle emozioni di pancia.
Un anno di Milan
Ci ricordiamo il Milan poco più di 12 mesi fa? Dopo la sconfitta di Bergamo del Dicembre 2019 il Milan navigava a metà classifica, in undicesima posizione a -14 dalla Zona Champions. Dopo l’arrivo di Zlatan Ibrahimovic e la conferma di Pioli in estate, i rossoneri hanno iniziato un percorso che li ha portati oggi al secondo posto in Serie A. Prima di “perdere la testa” a Spezia, il Diavolo ha vissuto 20 giornate da prima della classe battendo anche numerosi record nel corso del suo cammino. Da non sottovalutare poi il percorso Europeo che ha visto il Milan tornare sul palcoscenico continentale, anche se dalla porta secondaria dell’ex Coppa Uefa, vincere il proprio girone e accedere all’eliminazione diretta (giovedì il ritorno con la Stella Rossa sancirà l’eventuale accesso agli ottavi di finale della competizione). Due sconfitte, per quanto dolorose, non possono cancellare il lavoro e il progresso della squadra nell’ultimo anno.
Età media e investimenti
Gli ottimi risultati del Milan in questa stagione sono stati ottenuti grazie ad un’età media di 24,1 anni, la più bassa in Italia e una delle più basse in tutta Europa. Gli uomini mercato del Milan hanno lavorato per ringiovanire la rosa e renderla futuribile e le vittorie e la parallela crescita di rendimento dei giocatori hanno aumentato il patrimonio del club. Giocatori come Bennacer, Kessie, Theo Hernandez, Calabria, Calhanoglu e Saelemaekers hanno visto raddoppiare, se non triplicare, il proprio valore di mercato. Tutto questo è avvenuto senza gravare sulle casse del club, il saldo di ogni sessione di calciomercato è stato prossimo allo zero e ogni investimento è stato scelto con oculatezza e con più di un occhio al futuro.
Come si evince dai dati sulle ultime 4 sessioni di calciomercato (2 estive e 2 invernali) il Milan ha una media di poco inferiore ai 14 milioni di euro spesi all’anno, in pieno rispetto delle rigide norme di FFP che limitano ormai da anni le manovre del club e senza ricorrere a strane plusvalenze fatte ad hoc per tappare le falle di bilancio. I vertici societari contano di uscire in breve tempo dalle tenaglie del FFP ma sono comunque riusciti, nonostante il margine di manovra limitato, a ringiovanire la rosa e tenere i conti in ordine facendo combaciare il tutto con buoni risultati in campo. L’eventuale ritorno in Champions League, un must nel calcio del Covid, sarebbe la ciliegina sulla torta del progetto iniziato un anno e mezzo fa da Maldini, Gazidis & Co. e permetterebbe al club investimenti ancora più importanti in ambito di calciomercato. Dopo anni tribolati, il Milan ha una proprietà forte e stabile: gli stipendi vengono pagati regolarmente, gli investimenti non mancano nonostante il periodo di crisi economica mondiale dovuta al Covid, l’esposizione bancaria del club è pari a zero e i bilanci sono in ordine. Gli ingredienti necessari per un futuro sostenibile e, sperano i tifosi, di successi in campo.
Parola d’ordine: credere nel progetto
Il pessimismo degli ultimi 7 giorni non può e non deve disperdere il lavoro degli ultimi 365 giorni. La parola d’ordine di questo finale di stagione deve essere: credere nel progetto. Un progetto che ha dato ottimi ed evidenti risultati dentro e fuori dal campo.
Quest’ultima statistica mostra come, con la sola eccezione dell’Atalanta, il Milan sia la squadra di vertice più virtuosa della Serie A in termini di punti conquistati in relazione ai milioni spesi in sede di calciomercato. Perdere il derby fa male così come fa male aver perso il primo posto in classifica ma non bisogna perdere contatto con la realtà. Ai nastri di partenza il Milan veniva pronosticato come quinta/sesta forza del campionato e l’obiettivo massimo veniva considerato il quarto posto. Oggi i rossoneri sono secondi e in piena zona Champions League, con un margine di 6 punti sul quinto posto. Nulla è perso, nel campionato dell’era Covid gli alti e bassi sono all’ordine del giorno (ne sanno qualcosa Liverpool, Real Madrid e la stessa Juventus) ma il Diavolo ha la consapevolezza di avere in casa tutti i mezzi per raggiungere i suoi obiettivi.
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