15 Ottobre 2019 - 18:33

More is less: cose importanti e come capirle

minimalismo

Abbiamo veramente bisogno delle cose di cui ci circondiamo? Irrilevanti o ingombranti? Peso o risorsa? Il minimalismo è lo stile di vita che fa del togliere un valore aggiunto

C’è una Quando Einstein espatrió negli Stati Uniti, alla richiesta di esplicitare la sua razza, egli rispose “umana”. Tanto semplice quanto geniale. C’è una sintesi esistenziale della forma e della sostanza. Data l’epoca, avrebbe potuto rispondere “ebreo”, o “tedesco”, o anche “ebreo tedesco”, ma seguì una strada inconsciamente minimalista. Tra tante (per lo più stupide) decisioni da prendere, sceglierne una sola, essenziale. Perché del resto semplicemente non hai bisogno. Il minimalismo è una tra le tendenze che, negli ultimi anni, più hanno creato community in tutto il mondo. Però la parola stessa, che racchiude in sé un significato di profonda passione e consapevolezza verso la vita, crea spesso confusione.

Facciamo chiarezza

Un minimalista NON è necessariamente una persona che vive in una camera vuota o che dorme sul pavimento, che ha due maglie uguali e un paio di pantaloni o che ha un coltello, una forchetta e un cucchiaio nel cassetto delle stoviglie, che mangia pane e beve acqua o che cambia uno spazzolino all’anno. Il minimalismo è qualcosa che cambia il modo di vedere le cose, libera persone da zavorre che solo a quel punto rivelano il proprio enorme peso. Perdere, non perdersi. Nella concezione usuale, “perdere” è un verbo negativo, si è vittime di ciò. Comporta un vinto e un vincitore, ma, a quanto pare, perdendo non puoi che vincere.

Cosa stiamo dimenticando

Veniamo ogni giorno bombardati da notizie, fatti, avvenimenti e pubblicità di cose che non ci servono, e accumulando oggetti materiali ci siamo dimenticati i valori morali che una vita degna di essere vissuta dovrebbe avere: salute, passioni, obiettivi, relazioni umane. Viaggiare aiuta a capire il significato di “More is less“. Il più è meno. Circolare in giro per il mondo, oltre a far bene al cervello, ci suggerisce che alla fine tutto ciò di cui abbiamo bisogno è spesso richiudibile in un bagaglio a mano. Utilizzare le proprie energie cercando anche solo di capire quali vestiti indossare è un insulto al poco tempo che si ha a disposizione su questa pietra che vaga per l’universo chiamata “Terra”.

Felicità, questa sconosciuta

Insomma, concedersi tutto ciò di cui si ha bisogno e null’altro, concentrarsi sulle cose che ci rendono veramente felici. Per non parlare di felicità. Per capire quanto siamo ben bilanciati nelle nostre priorità, si tenga presente che mediamente un uomo di ottant’anni, in tutta la sua vita, ha usato (straziante vero?) 18 giorni per farsi il nodo alla cravatta e sole 46 ore di felicità.
Siamo protagonisti di un viaggio verso chissà cosa, e passiamo la vita a riempire la memoria, gli armadi e i bagagli. Di quante cose superflue? E se l’infelicità ha un ruolo così prepotente nella nostra società, non c’è da temere: non sentirsi felici è la condizione necessaria per iniziare ad esserlo.