6 Febbraio 2020 - 16:22

Movimento 5 Stelle: a cosa serve la piazza quando si è al Governo?

Vito Crimi Movimento 5 Stelle

Il reggente del Movimento 5 Stelle Vito Crimi ha dato notizia della discesa in piazza. Ma non è forse meglio concentrarsi sul Governo dell’Italia?

Un’opposizione che si crede al Governo e un Governo che crede di poter fare l’opposizione. Ormai in Italia siamo al parossismo più completo, le carte si sono completamente sparigliate e la politica è allo sbaraglio più completo. A rendere ancora meno chiare le idee a tutti gli elettori, è l’ultima mossa del duo Crimi-Di Maio, capi (uno ufficiale, uno in pectore) del Movimento 5 Stelle. Infatti, dopo che la Commissione del Senato ha dichiarato di voler istituire nuovamente i vitalizi, il partito è sul piede di guerra.

L’intenzione del Movimento 5 Stelle, dichiarata dallo stesso Crimi, è quella di scendere in piazza e mobilitarsi contro i “privilegi”. A dargli manforte, ci ha pensato subito Luigi Di Maio: “Sapevamo che il sistema voleva cancellare le nostre leggi ma allora c’è una sola risposta: il popolo italiano, che deve manifestare pacificamente contro questo osceno atto di restaurazione che inizia con questo atto di vitalizi. Io il 15 Febbraio sarò con voi. Questa è una stagione in cui stiamo vedendo un comportamento da parte delle forze politiche che è veramente indescrivibile. Abbiamo fatto i vitalizi e loro se li vogliono riprendere, abbiamo fatto la prescrizione, che è legge dello Stato, e adesso la stanno provando a mettere in discussione per cancellarla. C’è chi sta lanciando un referendum contro il reddito di cittadinanza per metterli chissà in quale privilegio.

Allora il popolo deve scendere pacificamente in piazza per manifestare contro questo osceno atto di restaurazione.” ha poi concluso l’ormai ex capo politico.
Certo, il tutto desta incredibile stranezza, dato che una protesta animata dallo stesso Governo nei confronti di una Commissione è quantomeno singolare.

Protesta o specchio per le allodole?

La domanda sopravviene legittima. La protesta che il Movimento 5 Stelle ha organizzato nasconde, quantomeno, dei risvolti molto grotteschi. Ricordiamo che il partito fondato da Beppe Grillo è ormai da ben 2 anni al Governo, guidato da una maggioranza variopinta, che ha visto alternarsi Lega e Partito Democratico. Dunque, a questo punto, perché organizzare una protesta contro la protesta del centrodestra? In realtà, il tutto è da leggere in un’ottica più ampia. Tutti quanti, lo stesso Grillo compreso, sono rimasti infatti scottati dal destino elettorale che le urne di Emilia-Romagna e Calabria hanno riservato al partito. Tanto che il Movimento 5 Stelle è stato scosso talmente tanto da tentare subito una rivoluzione.

Ora sembra che quella stessa rivoluzione stia continuando sotto traccia. Il motivo, però, è palese: ritornare ai vecchi fasti del partito, tentando di riconquistare tutti gli elettori persi che, per un motivo o per un altro, son tornati o al centrosinistra o al centrodestra. Paradossalmente, colui che si era mostrato come “movimento di rottura” ora è stato il principale fautore del ritorno ad un sistema politico di forma “duopolistica“. Innegabile è, infatti, il fatto che ora siano centrosinistra e centrodestra a condurre il gioco e che lo stesso partito che solo due anni fa aveva sbaragliato la concorrenza si ritrova inerme. Destinato a subire un gioco che conduceva fino a poco tempo fa.

A questo punto, l’unica possibilità per il partito di tornare in pista è quello di una rivoluzione. La grande falla, però, è proprio il corto circuito che si crea con quest’ultima. Insomma, parlandoci chiaro, sentire di un partito di Governo che fa la rivoluzione contro gli organi che controlla è quantomeno singolare. Al posto di tentare qualcosa che manderebbe ulteriormente in frantumi il proprio apparato, perché non concentrarsi ad ottenere risultati per il Paese? Del resto, è stato attestato che Salvini è in calo e che la sua pressione si sta lentamente allentando.

Quindi, se c’è un momento per fare qualcosa e dimostrare, è proprio questo.