7 Marzo 2024 - 13:49

“Neve”, oggi al cinema il film di Simone Riccioni contro il bullismo

Il regista, con questa pellicola, sottolinea "l'importanza di parlare di ciò che succede"

Neve Film Simone Riccioni

NEVE FILM CONTRO BULLISMO – Una bambina di 10 anni, vittima di bullismo e cyberbullismo, reagisce con una personale forma di resilienza. Questo è quello che viene raccontato nel film “Neve”, il primo alla regia di Simone Riccioni. Il regista è anche coprotagonista della pellicola, insieme all’11enne Azzurra Lo Pipero in un cast che comprende Margherita Tiesi, Alessandro Sanguigni, e Simone Montedoro.

Il film, prodotto da Linfa Crowd 2.0 NVP Studio in collaborazione con Muvlab, fa il suo debutto oggi, 7 marzo, nelle sale. Ci saranno anche proiezioni aperte nelle scuole; coinvolti oltre 140 istituti.

“Neve”, il film contro il bullismo: la trama

Nella pellicola viene raccontata la storia di Neve (Azzurra Lo Pipero), 10 anni, curiosa e piena di vita cresciuta da una mamma single, la affettuosa e attenta, Marta (Margherita Tiesi). La vita serena della bambina tuttavia, viene turbata quando la lettura che fa di un suo tema nel quale parla del lavoro della mamma, impiegata in un trotificio, viene ripresa in un video e la rende bersaglio di insulti e denigrazioni, sia a scuola che online.

Neve si chiude, rinunciando anche alla parola. La mamma per aiutarla, decide di iscriverla a un worskhop teatrale tenuto da Leonardo (Simone Riccioni), attore talentuoso ma allergico alle responsabilità. Tra Neve e Leonardo nasce istintivamente, un’amicizia, che porta entrambi a crescere, tra sorprese, drammi, scelte e nuovi inizi.

Simone Riccioni in veste di attore e regista

Simone Riccioni, classe 1988, ricopre il ruolo di attore in serie come Che dio ci aiuti, e film come Tiro libero e La mia seconda volta. L’attore, in un intervista a Ansa, spiega il suo film, che rappresenta il suo debutto alla regia:

“Racconto una storia legata anche alla mia vita, che è stata molto particolare. Sono nato da genitori missionari in Uganda e cresciuto là fino ai sette anni. Quando sono tornato in Italia i compagni di classe mi bullizzavano: mi chiamavano ‘brutto n…’, ‘zumbo zumbo’ ‘mangiabanane’, perché ero visto come diverso, pur essendo uguale a loro. Io credevo di aver superato emotivamente quel periodo ma durante il Covid mi è ritornata fuori questa importante ferita. Ho pensato così a questo progetto”.

Infine dichiara che con il film “sottolineo l’importanza di parlare di ciò che succede, perché la prima cosa che capita ai bambini vittime del bullismo, è di chiudersi, di non confidarsi per paura di sentirsi uno sfigato”.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: Lotta al Bullismo e al Cyberbullismo: l’incontro a Messina