29 Ottobre 2021 - 12:22

Opzione donna: confermata la proroga per il 2022

pagamento pensioni

Opzione donna: confermata la proroga per il 2022. Previsto, tra probabili  requisiti, un aumento di due anni

È stata confermata la proroga di “Opzione donna” per il 2022, la misura di pensione anticipata destinata alle lavoratrici dipendenti e autonome che abbiano determinati requisiti anagrafici e contributivi maturati entro il 31 dicembre 2021.

Per il 2022 cambierà, a sorpresa, un requisito fondamentale: vi saranno delle novità inerenti all’età di accesso alla pensione: si prevede, infatti, un aumento di due anni.

Oggi è proprio il Consiglio dei Ministri a confermare la proroga di “Opzione Donna”, anche se solo per un anno e con dei palesi stravolgimenti. Ricordiamo che, chiaramente, il testo è in bozza e dovrà essere confermato entro la data limite per l’approvazione: 31 dicembre 2021.

A chi è riservata, oggi, “Opzione donna”?

Oggi “Opzione donna” è riservata alle lavoratrici dipendenti con 58 anni di età (59 se autonome) e 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2020.

A chi spetta la proroga nel 2022?

Per il 2022 “Opzione donna” spetta, invece, a chi possiede i seguenti requisiti:

-60 anni di età per la lavoratrice dipendente;

-61 anni di età per l’autonoma;

-35 anni di contributi (“ai fini del perfezionamento del requisito contributivo è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurata”);

-aver cessato il rapporto di lavoro nel caso delle dipendenti.

Le beneficiarie di Opzione donna nel 2022 sono le lavoratrici nate tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 1961, o tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 1960 nel caso delle lavoratrici autonome.

Quanto tempo bisogna aspettare?

Per “Opzione donna”, anche con la proroga del 2022, la pensione non scatta subito. Esistono, infatti, delle finestre mobili, ossia degli archi di tempo presenti collocabili tra il momento di maturazione dei requisiti anagrafici e contribuitivi utili per il diritto alla pensione e la decorrenza effettiva del rateo previdenziale. È un escamotage introdotto dal legislatore, nelle forme di previdenza pubbliche e obbligatorie per contenere la spesa pensionistica in quanto, come si intuisce, il pagamento della prestazione viene rimandato ad un momento successivo a quello nel quale sono maturati i requisiti per il conseguimento della pensione. Vediamo, nel dettaglio, quali sono in questo caso:

-12 mesi per le lavoratrici dipendenti;

-18 mesi per le autonome.

Possono accedere a “Opzione donna” solamente quelle lavoratrici che optano per il sistema di calcolo contributivo della pensione, accettando quindi di subire una penalizzazione sull’assegno che varia a seconda della posizione contributiva della lavoratrice.

Ape sociale e Opzione donna: proroga simultanea

L’Ape sociale è un’indennità garantita dallo Stato ed erogata dall’Inps, a lavoratori in stato di difficoltà, che chiedono di andare in pensione al compimento dei 63 anni.

È stata introdotta dalla legge di stabilità 2017 e poi prorogata di anno in anno fino alla recente legge di bilancio (Legge178-2020), per cui la misura è ancora in vigore per tutto il 2021, per chi raggiungerà i requisiti previsti nel corso dell’anno.

L’indennità viene corrisposta fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o dei requisiti per la pensione anticipata, ed è:

-di importo pari alla rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione se la pensione è inferiore a 1500 euro oppure

-pari a 1500 euro se il calcolo della pensione risulta pari o superiore a 1500 euro.

L’importo di tale indennità non viene rivalutato durante il periodo di percezione.

A chi si rivolge?

Si rivolge ai:

-ai lavoratori dipendenti pubblici e provati;

-ai lavoratori iscritti alla gestione separata.

In che condizioni devono trovarsi i lavoratori?

Devono essere disoccupati, lavoratori che assistono, invalidi civili e lavoratori dipendenti con 36 anni di condizioni versate.

Chi può accedere ad Ape Sociale nel 2022?

1)disoccupati;

2)soggetti con invalidità civile pari o superiore al 74% con almeno 30 anni di contributi;

3) caregiver;

4) lavoratori occupati in attività gravose con almeno 36 anni di contributi.

L’indennità erogata con Ape sociale è riconosciuta per 13 mensilità e non può superare i 1.500 euro mensili.

Per le conferme sui requisiti e la proroga di Opzione donna e Ape sociale nel 2022 occorre attendere come sempre il testo ufficiale della Legge di Bilancio per fine anno.