15 Settembre 2018 - 16:45

Pd: Renzi, Martina e la sinistra autolesionista

Pd

PD fra antichi vizi e apparenti virtù verso la fase congressuale. Le uscite di Martina e Renzi mostrano un partito ormai allo sbando

In uno sketch sulle elezioni del 4 marzo, Corrado Guzzanti alias Padre Pizzarro – parla della sinistra facendo riferimento, in maniera scherzosa, ad una sinistra lesionista ed una sinistra autolesionista.

In realtà, dopo gli ennesimi scivoloni dell’ultima settimana, in casa PD si assiste a qualcosa di più unico che raro tanto da avvicinarsi, in un certo senso, a quella stessa sinistra autolesionista descritta da Guzzanti.

Infatti, oltre alle ormai consuete lotte fratricide, si è assistito alla caduta verticale di un partito totalmente allo sbando.

A dare forza a questa tesi sono due elementi legati tanto all’uscita del segretario reggente Martina sul fondo disabili quanto al ritorno in campo (che tanto ricorda un’altra discesa in tempi non sospetti) di Matteo Renzi.

Sia l’uno che l’altro episodio – con il secondo arricchito dalla nuova sfida lanciata dal segretario alle altre aree PD – fanno emerge un problema partitico innanzitutto e successivamente politico.

Partendo dal primo punto, le vicende considerate mettono in evidenza un’unica questione: Renzi è il miglior candidato nel ristretto roster democratico ma lo stesso è anche il punto debole del partito.

In sostanza, come sta mostrando la reggenza Martina di questi tempi (inconcludente ed inconsistente), pur essendo il leader non auspicabile all’interno del partito, Matteo Renzi è senza dubbio l’unico spendibile – al momento – nell’ambito del centro sinistra.

Questo dato, che rappresenta anche la maledizione del PD e sostanzialmente di tutto ciò che è a sinistra di Salvini, rischia anche di avere una forte ripercussione a livello politico. Qualora la linea Renzi continuasse a fare il carico di consensi interni, le altre strade formate avranno l’obbligo di allinearsi o essere artefici di una nuova res degli anni duemila.

Difatti, mentre la linea dell’ex segretario guarda più al centro in Italia e a Macron (un ibrido praticamente) in Europa, lo stesso non si più dire per la restante parte del PD che mira a ricucire lo strappo con la sinistra parlamentare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *