4 Luglio 2018 - 13:13

PD-M5S, Cofferati: “PD? Avrebbe dovuto accettare accordo M5S”

Cofferati

L’europarlamentare di LeU, Sergio Cofferati, ha commentato anche il decreto dignità. E ha attaccato prontamente il Governo Renzi

Nel centrosinistra, c’è ancora spazio per i rimpianti. Per rimpianti, si intende il mancato accordo tra PD e Movimento 5 Stelle che non ha mai preso vita, per colpa di Matteo Renzi. L’europarlamentare di LeU, Sergio Cofferati, ha esternato la sua disapprovazione per il fallimento dell’alleanza.

Ho sempre pensato che il Pd avrebbe fatto bene ad avviare un confronto esplicito e trasparente col M5S sulla possibilità di dar vita ad un governo partendo dai contenuti più delicati. Questi primi provvedimenti del M5S sono un primo passo verso una direzione corretta, ma aprono una contraddizione vistosa con la destra politica della quale Salvini fa parte, a cominciare da Forza Italia. Dall’altra parte la politica di Salvini è terribile, sull’immigrazione ha tratti regressivi che mettono paura. Non so quanto Di Maio possa continuare ad accettare in silenzio le pessime cose che Salvini predica e cerca di fare. Questi nodi verranno al pettine a breve.” ha dichiarato Cofferati.

L’ex sindaco di Bologna si è poi soffermato sul decreto dignità: “Decreto di dignità? Le intenzioni sono giuste. Mi pare che si voglia camminare in una direzione che si può largamente condividere. Certo, i contenuti sono ancora modesti. ci sono delle contraddizioni che dovrebbero essere risolte, ma la direzione di marcia è giusta, inclusa la parte fuori del decreto, quella sulla tutela dei riders. Manca la definizione della subordinazione, ma l’idea di avere un contratto nazionale per questi lavoratori mi sembra giusta. Credo che disincentivare l’uso dei contratti a termine sia giusto. Il lavoro nero si contrasta con le leggi. Non c’è automatismo tra l’una e l’altra cosa. Disincentivare il lavoro a termine è corretto. Questo può preoccupare le imprese che hanno lucrato vantaggi nell’utilizzo indiscriminato e senza controlli di uno strumento introdotto da quella brutta legge che è il Jobs Act.

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