24 Novembre 2015 - 14:51

Il PD, la grana primarie per le amministrative e il problema Bassolino

Bassolino

La candidatura di Bassolino alle primarie scuote il PD. Renzi e i due vice-segretari tentano l’ennesimo cambio in corsa anche si si prospetta l’ennesima soluzione alla De Luca

[ads1] In un momento in cui il “discorso politico” è assorto, giustamente, sulla questione internazionale, la politica interna, e la vicenda Bassolino, è passata quasi del tutto in secondo piano.

Ad emergere con prepotenza sulla scena nazionale è, però, l’ennesima “intricata” situazione in salsa Pd caratterizzata dall’eterno scontro fra il segretario/Premier Renzi (Il Presidente sindaco contro i sindaci) e le realtà locali.

Il PD, la grana primarie per le amministrative e il problema Bassolino

Il PD, la grana primarie per le amministrative e il problema Bassolino

Il tema in questione è, come accaduto le scorse volte, legato sia alla scelta del candidato sindaco nelle maggiori città da “riconquistare” (Napoli e Roma) sia alle conseguenti strategie da adottare in vista delle prossime scadenze elettorali.

Per quanto riguarda il primo ambito lo scontro interno si basa sulle “regole di selezione del candidato” (le primarie) e sulle scomode candidature annunciate alla carica.

La problematica in questione, inerente soprattutto la città di Napoli (ma potrebbe investire anche Roma dopo gli annunci di Marino), nasce dalla “candidatura spontanea”, e dall’immediato inizio della campagna elettorale, dell’ex sindaco di Napoli e Presidente della Regione Antonio Bassolino.

Anche in questo caso, come già accaduto con le vicende che hanno coinvolto prima e dopo il voto Vincenzo De Luca, il Pd rischia un ulteriore scivolone che potrebbe, qualora fosse ancora valido l’effetto regionali 2015, causare una perdita verticale del consenso non tanto nel luogo considerato quanto negli altri in cui si vota.

Infatti, al fine di evitare la catastrofe Veneto e Liguria, Renzi, a poche ore dal vertice del partito sulla questione internazionale, ha chiesto una “moratoria sulle primarie” e un rinvio dell’intera discussione al prossimo anno (con eventuale “primarie day” fissato per il 20 marzo).

In realtà, la polemica nasce dalle intenzioni dei due vice-segretari (Guerini e Serracchiani) di modificare le regole per le primarie ed escludere gli ex “primi cittadini” dalla corsa (colpendo in un solo colpo sia Bassolino che Marino).

Questa intenzione di “aggirare” le regole autoimposte” quando si presenta un qualsiasi tipo di ostacolo (o meglio quando le cose non vanno come stabilito) si intreccia direttamente anche con la strategia per le stesse elezioni.

Questo tentativo di “cambio volante” delle regole ha indispettito, e non poco, la minoranza dem che, intervenendo anche a difesa di Bassolino, ha criticato aspramente le “modalità d’azione” della maggioranza chiedendo un intervento politico.

Il problema primarie rischierebbe quindi di continuare a logorare l’area dem, impantanata nello scontro per la “conquista della poltrona influente”, e addirittura, nei casi più gravi, portare anche ad una spaccatura locale come accadde proprio in Liguria.

Nonostante questo ampio dibattito, però, la vicenda sembra destinata ad un esito scontato: al pari delle polemiche che hanno investito la vicenda regionali in Campania, anche in questo caso si sospetta un “laissez faire” locale in cui il notabile di turno avrà la meglio sugli altri competitors interni.

Ma avrà anche l’arduo compito di confermare il consenso fra la rimanente fetta della città.

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