Pensione: sulla famosa quota 100 i conti non tornano
Il dossier previdenziale sulla riforma della pensione è ancora in fase di studio. Il problema resta quello delle coperture
La pensione e la riforma della famosa quota 100 sono di nuovo sotto i riflettori. In realtà, tracce di questo rinnovo ancora non ce ne sono, non si conoscono i dettagli della novità previdenziale che dal 2019 si farà spazio nella Legge di Bilancio. Lo schema a grandi linee, però, sembra definito.
Tramite la riforma della pensione, potranno accedere alla pensione i lavoratori che hanno 62 anni di età e 38 di contributi. Per tutti quelli che hanno raggiunto entrambi questi requisiti negli anni scorsi ci sarà probabilmente da attendere una finestra temporale di tre mesi.
Dal 2019 circa 400 mila persone che dal 2012 in poi erano rimaste bloccate nel limbo degli esodati (creati dalla Legge Fornero) potranno beneficiare dell’uscita anticipata con quota 100. Ma i conti non tornano. Tito Boeri ha già spiegato che l’introduzione di quota 100 per l’accesso alla pensione comporta costi superiori di 60-70 volte rispetto all’importo dei risparmi con i tagli alle pensioni d’oro.
In pratica, il dossier previdenziale è ancora allo studio. Il problema resta quello delle coperture che non permette di far quadrare le cifre. Con la Riforma delle pensioni a quota 100 ci sono altri costi per 8 miliardi, oltre a quelli preventivati dal Governo nel DEF.
Il buco ancora non è stato risolto.
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