L’annuncio di Piero Chiambretti: “Non so se tornerò in tv”
Lo storico e amato conduttore Piero Chiambretti esprime i suoi dubbi su un possibile ritorno in tv dopo aver contratto il Covid-19 durante il mese di marzo
Il Coronavirus non ha lasciato scampo neppure ad uno dei conduttori più amati e seguiti della tv italiana. Per Piero Chiambretti è stata un dura lotta contro il virus, che invece ha portato via sua madre: ricoverati d’urgenza entrambi il 15 marzo, per Felicita non c’è stato nulla da fare, mentre suo figlio è riuscito a guarire.
Questa tragica esperienza, vissuta purtroppo da migliaia di italiani,ha profondamente segnato Chiambretti, il quale, dopo la degenza ha iniziato a guardare con occhi diversi la vita, e soprattutto il mondo della tv. Si dichiara infatti dubbioso su un suo possibile ritorno alla conduzione di programmi Mediaset, dopo quasi 40 anni di carriera.
Il conduttore torinese ha rilasciato una dichiarazione su La Stampa. “Non so se tornerò in tv, e non ho ancora definito con Mediaset i programmi per la prossima stagione” ha esordito Chiambretti. Prima della pandemia, conduceva in fatti il noto programma La Repubblica delle Donne su Rete 4. L’ultima puntata risale però al 4 marzo, circa 10 giorni prima del suo ricovero in ospedale. La trasmissione probabilmente non verrà più mandata in onda.
Dichiara inoltre che, se deciderà di riprendere la sua attività di conduttore, lo farà per un nuovo progetto, molto lontano dai programmi velatamente in cui siamo abituati a vederlo che hanno costellato la sua carriera nel corso degli anni. Esordisce così Chiambretti:“Vorrei che l’anno nuovo portasse vita nuova. Mi piacerebbe fare qualcosa che non ho mai fatto prima.Un programma in prima serata in cui i bambini si sostituiscono agli adulti. Si dice sempre che loro sono i grandi di domani, ma spesso sono già i grandi di oggi. Questa sarebbe l’idea, ma poi si sa, la televisione è peggio del calcio: tutti i giorni si cambia idea”.
Di una cosa siamo sicuri: Chiambretti non parlerà della sua esperienza con il virus. “Non amo rendere pubblico quello che è privato. Dietro quelle due settimane in ospedale ci sono la malattia, la morte di mia madre, il senso della vita che è cambiato, il ripensamento delle mie scelte professionali. È stata un’esperienza troppo personale, troppo dolorosa per farla diventare un fenomeno da baraccone”.
Rivela inoltre che la Mondadori gli ha proposto di scriverci un libro, ma la sua risposta è stata netta: “Voi siete pazzi!”.
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