20 Ottobre 2015 - 09:57

Polemiche e contrasti sul ddl Cirinnà. Il testo di legge che si occupa delle Unioni Civili divide i partiti

parlamento DDL

Il balletto del ddl Cirinnà, tra alleanze e divisioni. Il Pd, il Nuovo Centro Destra e la Cei

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Profonde scissioni e polemiche, come era prevedibile, sta suscitando la discussione alla camera del ddl Cirinnà, ovvero il testo di legge proposto dalla senatrice Monica Cirinnà in merito alle Unioni Civili e alle adozioni per gli omosessuali.

Si tratta di un nuovo disegno di legge che ripropone il testo base adottato dalla Commissione giustizia al Senato lo scorso marzo e prevede due parti: Capo 1- Unioni Civili delle sole coppie omosessuali; Capo 2- Coppie di fatto, sia etero che omosessuali.

DDL Unioni civili etero e omosessuali

DDL – Unioni Civili etero e omosessuali

Un disegno di legge che va a disciplinare la legge in merito alle realtà sociali delle famiglie e ad istituire nuovi istituti giuridici, parificando i diritti di ‘coppie di fatto’ sia etero che omosessuali, i quali potranno beneficiare di pensione di reversibilità, adozione di minori, dunque garanzia di diritti minimi more uxorio.

Nel nuovo ddl, tuttavia, non vi è alcuna apertura al matrimonio egualitario, il testo presenta una serie di modifiche rispetto alla sua versione originaria, a causa dell’ostruzionismo dei centristi e dei moderati d’ispirazione cattolica.

Sul piano dei diritti civili, il ddl Cirinnà garantisce i diritti successori ai coniugi uniti civilmente e l’estensione alle Unioni Civili degli atti aventi forza di legge ove si riferiscano al matrimonio.

Allo stato attuale delle cose, il ddl ha provocato la chiusura dei centristi di Alfano, il quale dopo la polemica con il ministro Boschi ha parlato di ‘libertà di coscienza’, e la parziale apertura del Movimento 5 stelle, quest’ ultimo, dal canto suo, propone un diverso status quo, annunciando un possibile avanzamento del testo con l’ausilio di un’alleanza con la maggioranza e Sel, da sempre in prima fila per la difesa dei diritti civili.

Ad aggiungere ulteriore benzina sul fuoco è la posizione della Chiesa, che per tramite del segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, riafferma l’impellenza di un discorso socio-giuridico sulla famiglia, che è quella composta da uomo e donna.

La Cei, ripropone la storica riflessione ideologica sulla famiglia tradizionale, oggi più che mai in difficoltà, in una prospettiva non solo religiosa, ma di più ampio respiro, come quella dello Stato, capace di garantire l’ascolto delle necessità.

Quindi l’invito del monsignore a non operare ‘una politica strabica, che metta all’angolo la famiglia’. “Non si può pensare a un governo che sta investendo tantissime energie per queste forme di unioni particolari e di fatto sta mettendo all’angolo la famiglia tradizionale che deve essere un pilastro della società“.

La Cirinnà, dal canto suo, insiste sulla stepchild adoption, cavallo di battaglia della campagna elettorale di Renzi, un tema spinoso e che costituisce il nodo di blocco dell’iter legislativo.

Facendo il punto della situazione ad opporsi al testo ci sono: le forze conservatrici; l’ala moderata di centro-destra rappresentata da NCD, Forza Italia, Lega Nord; e una parte del centro-sinistra, contraria non al testo in sé, ma al modo in cui la maggioranza lo propone, tra tentennamenti e mancanza di dialogo, a loro dire M5S e Sel.

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