Pompei, ritrovato uno scheletro quasi integro dopo duemila anni
Oggi è stato rinvenuto, presso il Parco Archeologico di Pompei, lo scheletro quasi intero di un uomo claudicante. Pare che non fosse riuscito a salvarsi dall’eruzione a causa di un’affezione ossea
Pompei. Uno straordinario ritrovamento oggi nel Parco Archeologico di Pompei: l’apocalittica eruzione del ‘79 D.C. che seppellì la cittadina partenopea, ha restituito dopo 2mila anni uno scheletro, quasi perfettamente conservato, ma decapitato.
Si tratta di un uomo, sui 35 anni ed alto 1.65 cm, che presentava un andamento claudicante a causa di una probabile affezione ossea. La sua gamba infatti pare sia stato il motivo per cui è stato investito dalla colata piroclastica del Vesuvio.
Il torace è leggermente schiacciato, forse per il crollo di uno stipite addosso e l’ondata d lava incandescente lo ha sbalzato all’indietro. Accanto a lui resti di rami e terriccio.
Massimo Osanna, direttore generale del Parco, ha dichiarato che questo scheletro permetterà di analizzare le abitudini di vita dei pompeiani, ma anche le patologie di cui soffrivano e le modalità di fuga dall’eruzione, così da ricostruire in modo sempre più fedele e preciso una civiltà letteralmente seppellita dal passato.
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